Tim, via libera dall’assemblea al nuovo cda con Rossi, Gubitosi e Gorno Tempini

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MILANO – Via libera, con il 95% dei voti, alla lista del board per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Tim in carica per il triennio 2021-2023. Da questa vengono dunque tratti i nomi dei 10 amministratori: Salvatore Rossi, Luigi Gubitosi, Paola Bonomo, Franck Cadoret, Luca De Meo, Arnaud De Puyfontaine, Cristiana Falcone, Giovanni Gorno Tempini, Marella Moretti, Ilaria Romagnoli. La lista presentata da gestori e sicav ha ottenuto oltre il 4% dei voti e, dunque, sono risultati eletti i cinque consiglieri restanti: Maurizio Carli, Paola Sapienza, Federico Ferro Luzzi, Paola Camagni, Paolo Boccardelli.

E’ la prima volta nella storia di Tim che si vota per la lista del board. La partecipazione complessiva del capitale è stata pari al 59,1 per cento. L’esito era atteso dal momento che sia Vivendi (primo socio con il 23,75%) che Cdp (9,81%) avevano dato appoggio alla lista presentata dal cda uscente. Anche i proxy advisor, le società di consulenza che si occupano di “suggerire” i voti in asemblea ai fondi, avevano detto di appoggiare la lista che conferma il presidente Salvatore Rossi e l’ad Luigi Gubitosi.

Tra i tanti dossier aperti, quello della rete unica è il più caldo. Sia il ministro dell’Innovazione e della transizione tecnologica Vittorio Colao che quello dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti non si accontentano più di recuperare il gap con l’Europa, vogliono l’Italia a guidare il gruppo di testa. Ancora oggi, Colao è tornato alla carica: “E’ necessario giungere, nel più breve tempo possibile, a una soluzione idonea a consentire una rapida e completa copertura di rete a beneficio di cittadini e imprese – ha detto il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, rispondendo al question time alla Camera – L’obiettivo di fondo degli interventi previsti è quello di garantire la massima efficienza degli investimenti nello sviluppo di tutte le infrastrutture di rete beneficiarie, nel rispetto delle regole del mercato e della promozione della concorrenza”, ha aggiunto.

E ha quindi ribadito che “l’ambizione del governo è di portare connessioni ad 1gbps su tutto il territorio nazionale entro il 2026. Per fare questo è necessario agire sul fronte dell’offerta, e quindi dell’infrastrutturazione, e su quello della domanda, cioè dell’effettivo utilizzo dei servizi. Come ho già avuto modo di dire c’è un forte, e non più tollerabile ritardo, nel processo di infrastrutturazione del paese”. Per questo, ha aggiunto, “va quindi rivisto il modello seguito fino ad oggi, facendo della neutralità tecnologica il principio guida nella definizione di politiche e strategie per lo sviluppo della banda ultralarga”.

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