Torino, scioperano i lavoratori Unipol: “Vogliamo restare in smart working”

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È sciopero in Unipol a Torino. In via Marenco alcuni lavoratori hanno manifestato dalle 9 in poi il loro scontento per la decisione unilaterale della società di far rientrare tutti in ufficio senza dare il tempo di organizzarsi alle millecinquecento persone fino a ieri in smart working.

“Una decisione presa – spiega Maurizio Cagnasso, Rsu della First-Cisl – proprio nel momento in cui il Governo spinge verso la direzione opposta ipotizzando di introdurre sostegni a favore delle imprese che anche con il nuovo anno continueranno ad utilizzare la modalità del lavoro a distanza”. Un provvedimento definito inspiegabile anche perché la produttività in telelavoro è stata ottima. “Il malcontento è tanto e lo dimostra un’adesione altissima allo sciopero, di circa un 90%”, afferma Silvio Carignano, segretario regionale della Fisac-Cgil.

“Unipol si rifiuta di ragionare – spiegano i sindacalisti – i contagi sono in aumento e la proroga dell’emergenza anche all’anno prossimo sembra probabile”. Si tratta poi di una scelta che, secondo il sindacato, contrasta con gli accordi sottoscritti tra l’associazione delle assicurazioni (Ania) e le organizzazioni sindacali.

“Da un anno e mezzo eravamo in smart working e ci eravamo abituati – racconta Sofia, una delle lavoratrici ai cancelli – io impiego un’ora e mezza di viaggio per venire qui e tornare a casa a Caselle”. E poi c’è il problema del parcheggio che non è facile da trovare. “E i figli che in smart working potevo portare a scuola, a cui potevo preparare il pranzo – racconta Irene – Non mi hanno nemmeno dato il tempo di cercare qualcuno per guardarli”. First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Uilca, Snfia chiedono l’apertura di un tavolo di discussione e parlano di un’azienda finora sorda e arrogante, davanti alla quale occorre unire le lotte: “Tra l’altro assicurazioni come Generali e Alliance non si stanno comportando così”, commentano dal sindacato.

La decisione dell’azienda è arrivata il 26 ottobre. Con un comunicato interno nel quale per il giorno 4 novembre richiamava in ufficio tutti i dipendenti appartenenti alle aziende del Gruppo Unipol, Unisalute Servizi e Unipoltech, per l’intero turno di servizio. Per i lavoratori una festò irrispettoso: “Siamo davanti a una deriva autoritaria che evidenzia una modalità di relazioni industriali unilaterale, insensibile alle esigenze di migliaia di lavoratrici e lavoratori”.

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