Totti e Blasi separati, Rai 1 anticipa la trasmissione del film sull’ex capitano della Roma

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Sarebbe dovuto andare in onda in autunno ma il clamore mediatico riguardante la separazione di Francesco Totti dalla moglie Ilary Blasi ha anticipato la messa in onda. Su Rai1 e in contemporanea su Raiplay, domenica 24 luglio alle 21.25, in prima visione in chiaro dopo il passaggio su Sky, l’attesissimo documentario Mi chiamo Francesco Totti, il film firmato da Alex Infascelli con Francesco Totti, tratto dal libro Un Capitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò.

‘Mi chiamo Francesco Totti’, il trailer del docufilm sul Capitano

Il documentario è la storia della vita e carriera del campione, del suo rapporto con la famiglia, gli amici e la città ed è fin dal titolo un racconto in prima persona. “Il film si intitola Mi chiamo Francesco Totti come l’incipit di un tema di scuola in cui ti devi raccontare – spiegava Infascelli alla Festa di Roma dove il film è stato presentato in anteprima – è un documentario semplice perché Francesco è semplice e a me piaceva così. Questo è un film molto particolare, avremmo raccontato qualcosa di conosciutissimo come Francesco ma avrei dovuto farlo rimbalzare su un’intera città, la famiglia, i romanisti, i romani”.

Nella notte in cui dà l’addio al calcio (il 28 maggio 2017 dopo 25 stagioni e 307 gol in giallorosso), nello stadio Olimpico vuoto Totti ripercorre la sua vita da quei filmini super8, ritrovati per caso in cui si vede al mare coi genitori a calciare la prima palla, ed è proprio quella la prima parola che dice, fino alle partite da ragazzo nella Lodigiani, l’arrivo nella giovanile della Roma e da lì una storia d’amore che è durata trent’anni. “Il film lo abbiamo costruito insieme. Francesco è il coregista del film, il cartello finale dice “un film di Alex Infascelli con Francesco Totti”, ma sarebbe dovuto essere “fatto con Francesco Totti”. Per i premi mesi abbiamo girato delle sequenze, quelle notturne allo stadio, le riprese davanti alla sua vecchia scuola per il gioco delle “paperelle”, ho recuperato tantissimo materiale d’archivio e ho costruito una narrazione valida con una struttura in tre atti. Poi in una fase già avanzata del lavoro – con un serbatoio pieno di immagini – sono andato da lui, gli ho promesso che non l’avrei ripreso, che avrei usato solo la voce per permettere che fosse un vero flusso di coscienza. Ci siamo seduti io e lui su un divano con un microfono, due tazzine di caffe e tre biscotti e ci siamo immersi in una chiacchierata che talvolta seguiva mio copione e altre volte navigava a vista in luoghi assurdi della coscienza di Totti. Siamo andati avanti mesi cambiando la struttura, io gli facevo vedere qualcosa a cui lui reagiva, e poi tornavo a lui con qualcosa di diverso come i due protagonisti di Ghost che fanno insieme il vaso di creta. Incredibilmente raccontando se stesso Francesco racconta tutti noi”.

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