Tre giorni di Liberazione: così Roma diventa capitale della Resistenza

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Da domenica  al 25 aprile si svolgerà a Roma una Festa della Resistenza. Il programma delle tre giornate, che può essere consultato sul sito www.culture.roma.it, è dedicato a Ughetto Forno, il partigiano bambino, morto a soli 12 anni, il 5 giugno 1944, mentre difendeva la sua città, ucciso dai nazisti.

Nel quartiere della Garbatella si terranno una quarantina di appuntamenti gratuiti tra lezioni di storia, presentazione di libri, tavole rotonde, laboratori per ragazzi, concerti musicali, spettacoli teatrali e film con l’obiettivo di raccontare quella stagione di lotte e di passioni da cui è scaturita l’Italia democratica di oggi.

Le ragioni che hanno indotto il Comune di Roma a promuovere una simile iniziativa in campo culturale e civile sono soprattutto due. La prima. Bisogna ricordare, ma per ricordare è necessario conoscere. Come si ricorda, però, quando i testimoni oculari, quanti hanno partecipato alla Resistenza, per evidenti ragioni biologiche sono ormai scomparsi o sono quasi centenari? Questo problema riguarda anche la memoria di altri eventi tragici che hanno contraddistinto il Novecento come, ad esempio, la Shoah.

Bisogna tramandare la fiamma del ricordo e continuare a tenerla accesa da una generazione all’altra, ma non sono sufficienti le iniziative istituzionali, che pure sono importanti, perché rischiano di essere vissute dai più giovani come una imposizione rituale che proviene dall’alto: purtroppo non bastano il marmo delle lapidi o i discorsi nelle cerimonie. A essi bisogna affiancare, con uno specifico e nuovo investimento nelle politiche culturali, dei momenti che facciano appello a tutte le arti: non solo a quella, fondamentale, della conoscenza, ma anche la musica, il teatro, la letteratura, il cinema, la museografia, la danza, la fotografia, la pittura, il fumetto e i murales.

È anche molto importante che i diversi racconti e discorsi si svolgano in luoghi direttamente collegati ai fatti storici così da risultare più autentici e credibili: sussiste, infatti, un rapporto necessario tra lo spazio e la memoria che consente al processo di conoscenza di diventare un percorso creativo, altrimenti il rischio è quello di trasformare il fatto in evento, al prezzo di una decontestualizzazione e di una destoricizzazione che aggiungono astrattezza ad astrattezza.

È invece significativo raccontare la Resistenza a Roma proprio nei territori dove si è effettivamente combattuta come la Garbatella così da far rivivere a chi non c’era, ora che non ci sono più quanti lo possono raccontare con la loro viva voce, gli spazi e i luoghi della memoria che sono anch’essi in grado di parlare e di comunicare, rendendo concreta, anche sul piano emotivo, quell’esperienza ormai lontana nel tempo.

La seconda ragione. Roma è città medaglia d’oro della Resistenza, dove sono accaduti eventi tragici come la razzia degli ebrei romani al Ghetto il 16 ottobre 1943, la strage delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, il rastrellamento del Quadraro il 17 aprile 1944 e l’eccidio di La Storta del 4 giugno 1944.

Il movimento di Liberazione ha pagato un tributo di sangue molto alto anche perché i partigiani e quanti li hanno aiutati hanno resistito oltre le linee in attesa e a sostegno dello sbarco strategico degli Alleati ad Anzio e della loro risalita dalla Sicilia, e sono stati costretti a farlo tra i vicoli e le strade della città, senza poter contare sul riparo delle montagne, esposti ai continui rischi della delazione e del tradimento dei fascisti e dei tedeschi.

Esiste dunque una dimensione specifica della Resistenza a Roma che deve essere sottolineata e, a distanza di ormai ottant’anni dagli accadimenti, rielaborata nella sua realtà di movimento civile e militare, con una essenziale presenza femminile e il fondamentale sostegno logistico di quanti nella società scelsero di non restare indifferenti o attendere il corso degli eventi.

Fu un movimento plurale, inserito in un contesto strategico europeo di Resistenza al nazifascismo, composto da forze di diversa ispirazione politica e ideologica, ma unite nell’ideale dell’antifascismo e della libertà su cui si fonda la nostra Repubblica e la Costituzione di tutti. La capitale d’Italia sente oggi il dovere di ricordarlo e vi invita a farlo partecipando alla Festa della Resistenza.

L’autore è uno storico e assessore alla Cultura di Roma

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