Trezzano sul Naviglio, morto operaio 26enne schiacciato da un macchinario. I colleghi: “Era al primo giorno, ed era senza contratto”

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Schiacciato da una pressa che gli è caduta addosso mentre erano in corso le operazioni di sollevamento del macchinario che doveva essere spostato attraverso l’utilizzo di un carrello elevatore manovrato da terra (muletto-trespalle). L’incidente mortale sul lavoro è capitato intorno alle 8,30 di questa mattina a Trezzano sul Naviglio all’interno dell’azienda tessile Crocolux, che produce borse e accessori in pelle. La vittima è un ragazzo del Bangladesh di 25 anni che si chiamava Abdul Ruman e che questa mattina, secondo quanto raccontato da alcuni dipendenti della ditta, si era presentato lì al lavoro per la prima volta, ancora senza contratto.

IL DOSSIER – Morire di lavoro

Dalla prima ricostruzione del fatto sembra che Abdul, che era residente a Milano in un condominio del quartiere Stadera, stesse partecipando alla movimentazione di quella pressa assieme a dei colleghi. In base a quanto riferito da 3 testimoni, sarebbe stato coinvolto nelle manovre anche uno dei capi cinesi della ditta, un uomo che dicono si farebbe chiamare “Paolo”, mentre i 3 soci proprietari dell’azienda risultano essere Chen Jie (amministratore), Chen Yuanyuan e Ye Lingzhu.

Abdul Ruman, colpito dalla pressa, è caduto ed è stato soccorso e trasportato in elicottero all’ospedale Niguarda, dove è morto al pronto soccorso per la gravità delle conseguenze delle ferite riportate, trauma cranico e traumi alle gambe e alle braccia. Il pm di turno, Francesco Cajani, ha aperto un’indagine per omicidio colposo contro ignoti e ha disposto l’autopsia e il sequestro dell’area e del macchinario.

“A nome della comunità trezzanese esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia di Abdul Ruman”, dice il sindaco di Trezzano sul Naviglio, Fabio Bottero: “Una notizia che ci ha sconvolto. Le morti sul lavoro non dovrebbero accadere, il lavoro è un diritto ed è un diritto lavorare in condizioni di sicurezza”.

Saranno le indagini ad accertare l’esatta dinamica dell’incidente ed eventuali responsabilità, “ma quel che è certo – dice il sindaco – è che in Italia occorre investire su formazione e sicurezza per la necessità di tutelare chi ogni giorno si reca sul posto di lavoro e deve poter tornare a casa dai suoi affetti”.

Secondo il segretario della Cgil di Milano, Vincenzo Greco, “proprio il fatto di trovarsi di fronte a “un’assunzione” nello stesso giorno dell’incidente mortale fa avanzare dubbi sinistri sulla vicenda. L’assenza del sindacato in azienda favorisce potenziali forme di illegalità e dove si annida l’illegalità ci sono più rischi e più incidenti, soprattutto quelli gravi. Va il nostro cordoglio e la nostra solidarietà alla famiglia, ma non dobbiamo rassegnarci all’idea della tragica fatalità”.

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