Troppo azzurro, i ragazzi del volley padroni d’Europa

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È finita come non poteva non finire questa magica estate dello sport italiano: con una vittoria. Maledettamente sudata, ma una vittoria. Gli azzurri del volley hanno conquistato l’Europeo (mancava dal 2005), come le ragazze 16 giorni fa: nella finale di Katowice hanno sconfitto 3-2 la Slovenia. Ma chi pensava a un successo facile, guardando al 3-0 con cui l’Italia aveva vinto lo scontro diretto undici giorni prima nel girone, si sbagliava di grosso, forse perché non aveva visto i parziali del match di Ostrava: 27-25, 25-20, 25-23. Traduzione: gli sloveni non mollano mai, giocano ogni punto come se fosse l’ultimo, spesso tenendo vivi palloni impossibili, che non piombano a terra per secondi che sembrano mezze ore. Ha fatto di tutto, Fefè De Giorgi, per prendere per mano i suoi ragazzi e guidare al successo la squadra più giovane del torneo (età media: 24 anni).

Nel primo, nervosissimo set, ha supplicato durante un time out: «Non dobbiamo per forza tirare più forte e più angolato: giochiamo!». Effetto immediato: unico contro break italiano, dal 15-22 fino a 22-23, reso vano dall’accelerata finale slovena (25-22). Nel parziale successivo, gli occhialetti calati sul naso come il professore del liceo, De Giorgi ha trovato la chiave giusta, dopo che i suoi si erano fatti rimontare i tre punti di vantaggio iniziali ed erano sotto 10-11: «Vi posso dire una cosa? Stiamo giocando la finale dell’Europeo, adesso siamo punto a punto e vi vedo con queste facce che non si possono guardare. Siete impauriti perché “è difficile, eh, ‘sta partita”. Ma che vi aspettavate?». Risultato: parziale portato a casa 25-20, grazie soprattutto alle schiacciate e ai muri di Daniele Lavia, 21 anni, neanche un minuto alle Olimpiadi.

La terapia delle parole stava per funzionare anche nel set successivo: sotto di cinque punti, Giannelli (poi eletto Mvp del torneo) e gli altri sono stati rimproverati a bordo panchina: «State lì che volete fare e strafare, calma!». L’equilibrio faticosamente raggiunto (20-20) è stato però spezzato dalle battute di Ton?ek Štern, opposto di Piacenza, uno degli otto sloveni che hanno giocato o giocano in Italia. Non una sorpresa, quindi, che il loro coach, Alberto Giuliani da San Severino Marche, parli alla squadra, nei time out, nella nostra lingua: «Attenti alle coperture: serviamo come sappiamo e questo set lo recuperiamo».

Il palazzetto dello sport di Katowice, con i suoi «I-ta-lia, I-ta-lia» intonati durante le interruzioni sulle note di Volare, aveva fatto capire da che parte si era schierato il pubblico polacco. Ma più del tifo, nel quarto set hanno fatto la differenza De Giorgi e i suoi cambi geniali. Ricci per Galassi e soprattutto fuori Pinali e dentro Yuri Romanò. Davanti a mamma e papà in tribuna, il ragazzo di Monza ha iniziato a produrre ace e schiacciate – alla fine 11 punti col 90% in attacco – che hanno portato all’Italia il quarto set (25-20). Sempre lui, Yuri, ha cucito lo svantaggio iniziale nel tie break (0-3) per poi lasciare la scena ad Alessandro Michieletto, schiacciatore come papà Riccardo, che ha servito di là tuoni e fulmini. Ultimo set concluso in trionfo: 15-11. Questa estate non finisce mai.
 

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