Turismo, da Taormina a Firenze a Pasqua tornano gli stranieri

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ROMA – La Cina è ancora bloccata per la pandemia e i russi sono nella tenaglia della guerra e delle sanzioni, ma americani, francesi, inglesi, tedeschi sono tornati nelle città d’arte, sulle spiagge e anche nei piccoli centri, dalle isole Eolie alle Cinque Terre. “Nel mondo c’è una voglia di Italia pazzesca, dopo due anni di chiusura” aveva preannunciato alla vigilia di Pasqua il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, precisando che  “ci sono tantissimi stranieri che hanno desiderio di venire in Italia, per cui ci sarà un effetto rimbalzo sui mercati tradizionali, Francia, Germania, Spagna, ma anche soprattutto da Stati Uniti e Nord America. Ci aspettiamo una buona estate, ma già adesso una bella primavera”.

E i primi dati gli danno ragione: secondo le rilevazioni di Assoturismo Confesercenti per le festività pasquali le prenotazioni hanno superato il 76% della disponibilità delle strutture ricettive, e il 36% delle richieste arriva da turisti stranieri. Dei circa 1,1 milioni di pernottamenti di questi giorni, 700 mila sono di italiani e circa 400 mila stranieri. Ma si conta di arrivare, alla fine di questa prima tornata di vacanze, a circa 4,7 milioni di pernottamenti.

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Meno dei 6,1 milioni di tre anni fa, in occasione dell’ultima Pasqua prima del Covid, certo. Ma ci sono già alcune aree che dichiarano di essere tornati ai livelli del 2019, per esempio la Liguria:  “Il bel tempo e la sospensione dei cantieri autostradali hanno facilitato anche le prenotazioni dell’ultimo momento. Siamo tornati ai numeri del 2019 – afferma Aldo Werdin, presidente di Federalberghi Liguria – e questo è un segnale positivo”. Da Genova a Portovenere ci sono svizzeri, finlandesi, svedesi, ma anche statunitensi, australiani e sudamericani.

Dall’altro capo della penisola, molto soddisfatto anche il sindaco di Taormina Mario Bolognari: “Tutti i grandi alberghi, anche quelli sul mare, sono completamente occupati sia per questo weekend di Pasqua e Pasquetta, sia per il lungo ponte del 25 aprile. Raccolgo l’ottimismo e l’entusiasmo dei ristoratori, degli albergatori, delle associazioni che gestiscono i B&b. Dopo due anni di pandemia i segni della ripresa sono evidenti anche se, ovviamente, per tornare ai numeri del 2019 dovremo ancora aspettare”. Per Taormina il turismo straniero, spiega Bolognari, rappresentava l’85% delle presenze, un livello difficile da recuperare, anche se in questo momento gli stranieri “sono comunque il doppio degli italiani”.

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Dappertutto si guarda con soddisfazione alle code per i musei e ai ristoranti pieni come non si vedeva da tempo, soprattutto nelle città d’arte, da Firenze a Venezia a Roma, rimaste a lungo abbandonate per via del Covid. A Torino il presidente di Federalberghi Fabio Borio dichiara già presenze per l’80% della disponibilità, è aperto il 50% degli stabilimenti balneari, nonostante il tempo non sia dappertutto adatto a un tuffo in mare, ma anche la montagna sta recuperando un inverno non proprio ideale sia per il clima che per le presenze. Gli operatori turistici non nascondono un certo rimpianto per i turisti russi: ci sono località dove prima della pandemia rappresentavano una quota importante delle presenze, a Rimini per esempio erano il 40% degli stranieri.

E anche gli italiani ricominciano ad andare all’estero, grazie anche alla riattivazione di molti collegamenti: si va in Nord America, ma anche in Nord Africa, Medio Oriente con Dubai, Doha e Abu Dhabi.

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