Turismo, tornano interesse e prenotazioni dall’estero. “Ora riaprire i flussi con gli Stati Uniti”

Pubblicità
Pubblicità

MILANO – “Da quando il premier Draghi ha annunciato la possibilità per i turisti stranieri di venire in Italia se vaccinati, guariti dal Covid o con tampone negativo, c’è stato un risveglio delle prenotazioni dei cittadini europei. Purtroppo giugno ha ancora dati molto bassi: si ragiona da luglio in poi. Ma qualcosa si muove”. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, vede spiragli positivi dall’atteso via libera ai viaggi in Italia per i cittadini Ue, dispensati dalla quarantena alla condizione che centrino uno dei tre requisiti del green pass. Sensazioni condivise al centro studi di Federturismo Confindustria, dove hanno rilevato una impennata di ricerche sulle destinazioni italiane che iniziano a trasformarsi in prenotazioni: “Non possiamo parlare certo di tutto esaurito, ma la prospettiva di allentamento si riflette subito sull’interesse degli stranieri. E il Sud Italia è la meta prediletta”.

 

CREDITI

Spesa dei viaggiatori stranieri

DEBITI

Spesa dei viaggiatori italiani

SALDO
 201820192020201820192020201820192020
TOTALE ANNO        41.712        44.302       17.453       25.485       27.100         9.564       16.227        17.202          7.889

Secondo i dati Euromonitor presentati alla Borsa Internazionale del Turismo in versione digitale, durante la stagione estiva il 56% degli europei si muoverà nel Vecchio continente. Recuperarne una buona parte è fondamentale: i dati della Banca d’Italia sul turismo internazionale certificano l’importanza della voce ‘esterò per il turismo italiano. Nel 2019, gli stranieri hanno speso 44 miliardi di euro mentre l’anno scorso la spesa è precipitata a 17 miliardi. Secondo le ultime stime presentate dal World Travel & Tourism Council (WTTC), l’economia italiana a causa del crollo dei viaggi internazionali durante il 2020 avrebbe perso quasi 40 miliardi di euro, pari a un deficit di 100 milioni di euro al giorno per l’economia del nostro paese.

Gli stranieri, nell’ultimo anno normale, pesavano per il 51% degli affari del comparto. Dato che pone l’Italia tra i grandi paesi europei con una quota più elevata di turisti stranieri, in linea con quanto rilevato in Spagna (50%), e nettamente superiore rispetto a quella della Francia (30%), del Regno Unito (26%) e della Germania (21%). Da Federturismo la stima per questo 2021 è che intercettino il 25-30% dei flussi di turistici. Nel complesso, si mette nel mirino un rimbalzo del comparto del 66% rispetto all’anno scorso, restando pur sempre però il 55% sotto i livelli del pre-Covid. Difficile fare stime puntuali anche perché, osservano, sta radicalmente cambiando il profilo dei viaggiatori: vacanze più brevi, più stanziali, con la fascia dei più giovani a fare la parte del leone (20-50enni) mentre il silver tourism mostra più cautela.

Non è solo una questione di quantità, ma anche di ‘qualità’: la spesa media di un turista americano nel 2019 era di 140 euro al giorno, di un tedesco 91. “In Italia abbiamo diversi ‘turismi’ – insiste Bocca – E ciascuno di questi a un diverso impatto a seconda delle località. Le città d’arte come Firenze o Venezia dipendono strettamente dai flussi in arrivo dagli Stati Uniti. Senza chiarezza su questo aspetto, per le nostre mete d’arte sarà ancora un’estate difficile. In altre zone, come sul Garda, assicurare le presenze tedesche è sufficiente. Poi ci sono casi di nicchia: prima della pandemia, negli alberghi di lusso di Capri il secondo Paese di provenienza, dopo gli Usa, era il Brasile: un mercato azzerato, ad oggi”.

Se per molti la chiarezza negli arrivi extra Ue (leggi Usa) è la priorità, anche Federturismo accoglie con favore la prospettiva indicata dalla Commissione Ue di concedere, dal primo giugno, l’ingresso a chi proviene dall’esterno del Vecchio continente purché vaccinato. Secondo una recente indagine Enit, spiegano alla federazione confindustriale, gli americani mettono l’Italia in cima alla lista dei loro posti da visitare. “Ed è per questo motivo – aggiunge Bocca – che mi fa rabbia sapere che i tour operator Usa stanno riempiendo di prenotazioni la Grecia. Quello è turismo storicamente nostro, ma il fatto che Atene abbia chiarito fin da marzo la possibilità di accesso alle sue isole ce lo sta sottraendo”. Per Bocca, dunque, ora bisogna “chiarire le regole e correre. Chi viene da lontano ha bisogno di una maggiore programmazione, infatti le prenotazioni americane per l’estate sono ancora azzerate. Ci si muove sull’autunno e il prossimo anno, ma potremmo fare meglio. E un coprifuoco alle dieci di sera non aiuta nel confronto con i nostri competitor: Spagna e, appunto, Grecia”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *