Ucraina, da Mariupol a Moschun: l’occhio del satellite sulle città devastate dall’assedio russo

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ROMA – Gli occhi dal cielo si posano sulle aree dove è più intenso il martellamento dell’armata russa in Ucraina, e il primo effetto che balza alla vista è uno: devastazione.

Mariupol, zona Ovest. Colonne di fumo nero salgono dagli edifici colpiti. L’immagine satellitare rilanciata su Twitter da @Mike_Eckel è realizzata dalla @Maxar  Quella di Mariupol, la città martire cinta dall’assedio di Mosca, vista il 14 marzo dai satelliti della Maxar Technologies, una delle aziende private che ha aperto al pubblico la visione dall’alto del conflitto, che fino a poco fa era una prerogativa di intelligence e governi. E’ la città che, secondo le autorità municipali, piange già quasi 2.400 morti civili, su 400mila abitanti, dall’inizio dell’accerchiamento. Da cui hanno iniziato a emergere le prime auto di sfollati, lungo il “corridoio” che si è aperto in uscita. Una via che – denuncia l’Ucraina – gli aiuti umanitari che servirebbero alla popolazione stremata non riescono ancora a percorrere in senso opposto, per il blocco del nemico. Un nuovo tentativo verrà fatto oggi, mentre il passaggio sicuro degli aiuti resta uno dei punti-chiave sul tavolo del negoziato tra le delegazioni. 

I quartieri orientali di Mariupol. L’immagine satellitare rilanciata su Twitter da @Mike_Eckel è realizzata dalla @Maxar 

Le arre occidentali della città da 400mila abitanti, dove si contano già più di 2mila civili uccisi. L’immagine satellitare rilanciata su Twitter da @Mike_Eckel è realizzata dalla @Maxar 

Ma c’è anche l’angoscia di Irpin, luogo decisivo di scontro, con la sua fila di auto di gente comune, incolonnate verso il ponte distrutto: bisogna saltare a piedi, tra assi e sterpaglie, per provare a lasciarsi indietro la morsa dell’esercito russo che incalza, sperando che in quel momento le sventagliate di artiglieria guardino altrove. O ancora Moschun, sobborgo a nord della capitale Kiev, con le sue case punteggiate di rosso e nero, i colori del fuoco e delle nubi di fumo che le avvolgono.

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Le immagini della Maxar sono rilanciate dal profilo twitter di Mike Eckel, reporter RadioFreeEurope/RadioLiberty che già aveva coperto gli eventi in Crimea, Cecenia e Georgia.

Il ponte di Irpin e le auto incolonnate. L’immagine satellitare rilanciata su Twitter da @Mike_Eckel è realizzata dalla @Maxar 

Case in fiamme a Moschun, sobborgo a una manciata di chilometri a nord di Kiev. L’immagine satellitare rilanciata su Twitter da @Mike_Eckel è realizzata dalla @Maxar 

La Maxar, che ha sede negli Usa, in Colorado, dice di sé di sapere combinare “le capacità dell’infrastruttura spaziale e dell’intelligence terrestre per offrire soluzioni innovative alle missioni commerciali e governative”. Nel conflitto ucraino, i suoi scatti satellitari sono arrivati a orientare in qualche modo gli sviluppi di quel che accade sul terreno. Dalle sue lenti sono passate le prime immagini dell’ormai nota colonna di blindati e mezzi militari russi, lunga 60 chilometri, che ha puntato verso la capitale Kiev. Già Mariupol era finita nel suo radar, con un evocativo confronto tra il “prima e il dopo” gli attacchi russi sulla città. Tra i suoi lanci più recenti, su Twitter, anche il dettaglio di una batteria di artiglieria da Ozera, nei pressi dell’aeroporto internazionale Antonov, con tanto di fumo presente su molte postazioni a indicare che sono state centrate dalle forze nemiche. 

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