Ucraina, una bambina nasce in un rifugio in metro: “Dovremmo chiamarla Libertà”

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Nella notte diverse esplosioni hanno colpito la capitale ucraina Kiev, i bombardamenti sono stati segnalati in diverse aree della città che ancora resiste alle truppe russe. Ma in una stazione della metropolitana, rifugio improvvisato per i civili dagli orrori di questa guerra, è nata una bambina.

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Secondo alcuni media locali si chiamerebbe Mir, che in ucraino vuol dire “Pace”,  è molto piccola ma sta bene. Posa serena, con gli occhi chiusi, mentre le mani della sua mamma le accarezzano il volto. Una foto che è diventata subito simbolo di speranza sui social network, dove gli utenti hanno fatto gli auguri alla piccola e ai suoi genitori. “Mentre le granate rimbombano nel cielo, stanno nascendo piccoli ucraini”, ha scritto qualcuno su Twitter.

“Il primo (a nostra conoscenza) bambino è nato in uno dei rifugi di Kiev. Sotto terra, accanto agli edifici in fiamme e ai carri armati russi… Dovremmo chiamarla ‘Libertà’! Credete nell’Ucraina”, ha twittato invece l’account del ministero degli Esteri ucraino.

La sera del 25 febbraio il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aveva annunciato che la notte tra venerdì e sabato sarebbe stata la più difficile. La situazione per Kiev diventava sempre più minacciosa, con le truppe russe vicine alla capitale. Seguendo il suo messaggio il sindaco della città, Vitali Klitschako, aveva invitato tutti i cittadini a correre a ripararsi in un rifugio perché si temevano pesanti bombardamenti aerei.

In diverse zone, per molte ore, si sono avvertiti colpi di mitragliatrici ed esplosioni. A migliaia si sono rifugiati nelle diverse stazioni della metro di Kiev per trovare riparo, sottoterra, dai bombardamenti dell’esercito di russo. La mamma della piccola, insieme a tanti altri, si è messa al sicuro in una delle stazioni aperte per accogliere queste persone.

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Secondo alcuni media locali, nella notte dei poliziotti hanno sentito delle urla provenire dal rifugio improvvisato sotto la metro. E, insieme ad altri, hanno prestato soccorso alla donna, aiutandola a partorire in quel cunicolo diventato riparo dalla guerra.  Adesso stanno bene, assicurano, e per tutti la sua nascita è diventata il simbolo di speranza in questi giorni difficili. 

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