Ue, Mattarella: “L’Europa è chiamata a un cambio di passo anche su politica estera e difesa”

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“L’Unione europea è chiamata oggi a un cambio di passo deciso rispetto ai dossier principali, assumendo piena responsabilita’ anche nel campo della politica estera e di difesa”.  A dirlo è il Capo dello Stato Sergio Mattarella durante la cerimonia di consegna delle decorazioni dell’Ordine Militare d’Italia, in occasione della ricorrenza del Giorno dell’unità nazionale e delle Forze armate. “È altresì necessaria una connotazione interforze del nostro strumento militare – ha proseguito – Dinamiche geopolitiche sempre più insidiose hanno esteso il concetto di sicurezza e di difesa verso nuove dimensioni, evidenziando rischi non convenzionali, come quelli collegati, ad esempio, alla sicurezza cibernetica”.

Alla cerimonia ha partecipato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e le onoreficenze sono state consegnate dal presidente della Repubblica all’ammiraglio di squadra Paolo Treu, al generale di divisione Stefano Giuseppe Del Col e ai generali di brigata Diodato Abagnara e Paolo Attilio Fortezza. Sono stati isigniti delle decorazioni anche il capitano di vascello Riccardo Marchiò, il generale di brigata aerea Luca Maineri, il colonnello Sergio Cavuoti, il generale di corpo d’armata Carmelo Burgio e il luogotenente Andrea Palmisani.

Il discorso di Mattarella

Durante il suo discorso il Capo dello Stato ha sottolineato che “le forze armate della Repubblica sono un esempio di responsabilità, coesione e senso del dovere”. E ha aggiunto: “I cittadini in uniforme dimostrano quotidianamente di essere una preziosa risorsa, in coordinamento con le altre articolazioni dello Stato, nello svolgimento dei compiti loro affidati dal Parlamento e dal Governo, con motivo di orgoglio per tutta la comunità nazionale”. Poi ha colto l’occasione per parlare della crisi afghana e dell’intervento in questi anni dei militari italiani. “Quanto accaduto in Afghanistan ha scosso e rattristato le pubbliche opinioni, non soltanto quella italiana. Il contributo che abbiamo dato alla stabilizzazione di quel Paese così lontano, con sacrifici – ha osservato – non è stato tuttavia vano. Occorre oggi che la comunità internazionale sia consapevole dei gravi rischi di catastrofe umanitaria che si profilano”.

Mattarella ha poi ricordato che “nonostante le difficoltà sorte nella regione circa l’utilizzo di basi d’appoggio, l’effettuazione delle operazioni di ritiro da Herat si è svolta in modo encomiabile. Siamo grati – ha aggiunto – ai governi dei Paesi che hanno cooperato in questa direzione. Anche a Kabul le nostre Forze Armate si sono distinte per la grande efficienza operativa: oltre cinquemila persone sono state evacuate per via aerea in quindici giorni caratterizzati da ogni sorta di difficoltà e pericoli nella capitale afgana. Per tutto questo ringrazio i comandi delle forze armate”.

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Poi, parlando delle guerre e in particolare del Secondo conflitto mondiale, Mattarella ha evidenziato l’importanza della pace. “La sconfitta del nazifascismo – ha detto – avrebbe consentito di scrivere una grande lezione: evitare di considerare la pace un semplice intervallo utile a preparare la guerra successiva. Evitare di passare dalla guerra alla guerra per ottenere, invece, di passare dalla guerra alla pace autentica”.

Il Milite Ignoto

In mattinata il presidente della Repubblica ha reso omaggio ad Aquileia al cimitero degli Eroi di Aquileia, in occasione del centenario del Milite ignoto, e ha deposto una corona d’alloro al Sacrario militare di Redipuglia. “Quanti gli episodi – si è chiesto Mattarella– di eroi rimasti, tuttavia, sconosciuti, talvolta senza neppure una tomba che ne accogliesse le spoglie? Quante le vittime in conseguenza di scelte e strategie sbagliate? Quante le colpe scaricate in modo scellerato sulle truppe, sino all’orrore del sorteggio per decidere, con la decimazione, i soldati da destinare alla fucilazione? Il senso profondo del monumento al Soldato sconosciuto, del nostro Vittoriano – ha concluso -raccoglie tutte queste inquietitudini”.

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