Un pellegrinaggio sul Gange, così la variante indiana è entrata in Italia

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E’ un pellegrinaggio sul Gange la causa dell’ingresso della variante indiana in Italia. Due indiani risultati positivi a Villaverla (Vicenza), padre e figlia, hanno partecipato al Kumbh Mela, la festa induista che ha causato in questi giorni migliaia di vittime in India. A confermarlo è  Ruggero Gonzo, il sindaco della cittadina vicentina in cui risiede la famiglia. Le maglie delle verifiche sanitarie, strette in tutta Italia dopo l’ultima ordinanza firmata due giorni fa dal ministro Roberto Speranza che vieta l’ingresso a chi negli ultimi 14 giorni  stato nel Paese asiatico, insieme al comportamento responsabile della famiglia risultata positiva, hanno permesso di tenere sotto controllo la situazione. 

L’uomo contagiato fa il meccanico e risiede in Italia da molti anni. Lui e la figlia sono rientrati dall’India il 7 aprile atterrando all’aeroporto di Bergamo e da lì hanno preso un taxi per tornare a casa. “Poi diligentemente hanno segnalato la cosa al sito dell’Usl 7, chiedendo di fare il tampone” racconta Gonzo. “Lo hanno fatto il 14 aprile: il padre e la figlia sono stati trovati positivi alla variante indiana mentre per la madre, asintomatica, si stanno ultimando gli accertamenti. Stanno tutti bene”. Tutti e tre ora sono a casa in quarantena.

La direttrice dell’Istituto Zooprofilattico Antonia Ricci conferma il collegamento diretto con l’India. “Ci ha impressionato che fossero partiti per l’India con un tampone negativo” riprende il sindaco. “E siano tornati infettati dalla variante che ha contagiato mille persone in sole 24 ore”.  E’ stata smentita, invece, la notizia che era circolata sulla presenza di altre due persone infettate nel veneziano dalla medesima variante. Per l’Istituto Zooprofilattico i due presunti casi sono ancora in fase di valutazione: “Abbiamo trovato una mutazione sicura ma le altre non sono state caratterizzate, siamo in attesa dell’esito completo. Sono casi di importazione da un Paese estero. Anche in questo caso tutte le misure di quarantena sono state prese”.

Sotto stretto monitoraggio, in queste ore, tutta la comunità sikh, che ha nel Lazio, in Emilia Romagna e nello stesso Veneto, una nutrita rappresentanza.

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