Un tiepido sole e niente folla per l’ultimo addio a Filippo: “Un omaggio al principe”

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WINDSOR. Angela è con la sua bambina e le legge a voce alta i messaggi delle due sole corone di fiori sul prato del Castello di Windsor: “Mia amata sua altezza reale, mio caro ‘papà’…”, come l’ha chiamato giorni fa suo figlio Carlo. Angela è una donna di mezza età e vive qui vicino, nel verde e incantato Berkshire, a ovest di Londra: “Ma stavamo facendo giusto un giro”, ci dice, “non siamo venuti apposta, rispettiamo le norme anti Covid. Più tardi alle 15 saremo tutti in casa, guarderemo il funerale in tv e renderemo omaggio al Principe Filippo”. Con una pinta di birra? “No, con una tazza di tè”.

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Eppure oggi saranno spillate sei milioni di pinte di birra ai tavolini esterni dei pub, si stima, perché è il primo sabato dopo il lunghissimo lockdown di tre mesi e mezzo, e di certo molti bicchieri saranno elevati in onore del consorte di Elisabetta, morto venerdi 9, e di cui oggi si celebrano i funerali e anche una sorta di “celebration of life”. Forse non poteva essere trovata una sintesi perfetta: Filippo non voleva funerali di Stato ma privati e riservati, è una bellissima e mite giornata nel sud dell’Inghilterra e molti qui a Windsor, almeno fino a pranzo, non si sono neanche presentati, come chiesto dal governo e dalle autorità in nome delle norme anti Covid: meglio Brighton, Richmond Park o una passeggiata nel Surrey. E meglio ricordare a distanza il Principe Filippo che oggi, dopo il minuto di silenzio nazionale alle 15 locali (le 16 in Italia), sarà tumulato nella cripta sotto la Cappella di San Giorgio, parte del castello di Windsor, chiudendo così il lutto nazionale di otto giorni.

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Poi certo, c’è chi a Windsor si è presentato comunque. Come Kaya Mar, un artista londinese che si è portato anche un ritratto del defunto marito di Elisabetta: “È la mia prima opera non satirica” ci dice, prima di abbandonarsi al catastrofismo: “Senza Filippo sarà sempre peggio. E senza la Famiglia Reale questo Paese andrà alla rovina, glielo dico”.

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E poi ci sono gli italiani. Pietro Menghi, la signora Tiziana e la figlia Beatrice stanno facendo, come spesso nel weekend, una lunga passeggiata proprio sulla Long Walk che porta al castello: “Viviamo qui dal 2012 e sentiamo la famiglia reale di casa”, ci spiega il signor Menghi, che con la famiglia abita nella vicina Egham e qui guida una start-up assicurativa, “Neosurance”. “Quando ci fu il matrimonio di Harry e Meghan neanche ci avvicinammo, troppa gente. Oggi invece non c’è quasi nessuno: in generale, gli inglesi rispettano le regole, sono molto pragmatici e sembra un giorno come gli altri”.

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Del resto ci sono più giornalisti, poliziotti e agenti in borghese che sudditi in lutto in questo giorno di lutto surreale. Tutti i reporter sono intorno al castello, per cogliere ogni sfumatura di quello che è un funerale unico e forse irripetibile: solo trenta invitati, la Regina Elisabetta abbandonata al suo dolore e ai due metri di distanziamento sociale, William e Harry che si reincontreranno in diretta mondiale dopo tanto tempo e rancore e marceranno separati dietro la bara posta sulla Land Rover verde “customizzata” dallo stesso Filippo (che ha preparato meticolosamente per 18 anni le sue esequie), l’erede Carlo in prima linea dietro il feretro insieme alla sorella Anna. Tutti insieme, finalmente, anche se nel dolore. Meghan a parte, rimasta in California perché incinta. Manca solo lei in questa storica e desolata riunione di famiglia.

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