Site icon Notizie italiane in tempo reale!

Una squadra in Italia per le calciatrici di Herat. La Federazione calcetto le “adotta”

Una gara di solidarietà. Le giocatrici di Herat arrivate in Italia insieme al loro coach e ancora ospitate nell’hub di Avezzano gestito da Croce Rossa, Difesa e Protezione civile, continueranno a giocare a calcio in Italia. Con una loro squadra e partecipando al campionato italiano di calcio.

La Federazione calcetto, dopo aver letto su Repubblica la storia delle ragazze ed il loro desiderio di poter continuare nel loro sport che le ha esposte alla rappresesaglie dei talebani costringendole a lasciare l’Afghanistan, si è subito mossa offrendo anche supporto economico e logistico per le calciatrici.

Nell’hub di Avezzano tra le calciatrici di Herat. “Qui possiamo giocare”

Il presidente della Federazione calcio a 5 Luca Bergamini ha già fatto i primi passi ufficiali in modo da intervenire subito nell’iter che nei prossimi giorni porterà le calciatrici verso una sistemazione provvisoria in una Regione italiana. “Abbiamo già avuto la disponibilità di diverse società – dice Bergamini – Il nostro progetto è farle partecipare con la loro squadra magari integrata da altre giocatrici al nostro campionato, ma anche dare loro tutto il sostegno economico e logistico per la loro integrazione nel territorio a cui verranno destinate. Il calcio a 5 è uno sport sociale e noi vogliamo dare subito seguito all’appello del presidente Mattarella a fare qualcosa per queste persone costrette a fuggire dal loro Paese. Non è una mossa mediatica, non vogliamo una medaglia da appuntarci al petto, è una cosa che sentiamo profondamente. La storia di queste ragazze ci ha profondamente colpito”.

Afghanistan, in Italia le calciatrici di Herat: “Vogliamo andare a scuola e ricominciare a giocare”

Le calciatrici, che ieri sono state vaccinate insieme al loro coach con cui sono riuscite ad arrivare in Italiano, sono felici di questa opportunità. Non sanno ancora dove andranno, ma poco importa. Guardano al loro futuro. ” Vogliamo restare in Italia, imparare l’italiano e costruirci finalmente una vita in un Paese senza guerra. E naturalmente vogliamo continuare a giocare a calcio”.

Intanto giocano nell’hub di Avezzano con un pallone verde, il primo regalo che hanno ricevuto



Go to Source

Exit mobile version