Una traccia di iridio. Era la prova che gli scienziati cercavano per legare una volta per tutte il meteorite caduto nel Golfo del Messico all’estinzione dei dinosauri. Di questo metallo è infatti povero il nostro pianeta, ma non gli asteroidi come quello caduto 66 milioni di anni fa. E uno strato di iridio – sorprendentemente – è visibile in 350 punti sparsi lungo tutta la crosta terrestre, sopra e sotto i mari, sempre in strati databili attorno a 66 milioni di anni fa.
Scavando nel cratere del meteorite, al largo dello Yucatan, 600 metri sotto al fondale marino, oggi gli scienziati dell’università del Texas – con la collaborazione di quella di Padova – hanno trovato il legame mancante fra i due fenomeni. I risultati sono pubblicati su Science Advances. Uno strato di iridio è comparso anche lì al largo del Messico, tra rocce fuse da un impatto pari a 10 miliardi di Hiroshima, resti vegetali carbonizzati e depositi portati dagli tsunami che hanno sconvolto i mari.
E’ dal 2016 che gli scienziati scavano attorno al cratere Chicxulub creato dall’impatto – 150 chilometri di diametro e 19 di profondità – nel Golfo del Messico. Oggi il filo argentato che percorre tutto il pianeta, a volte affiorando per essere colto dagli occhi attenti dei geologi – è stato finalmente riannodato dagli scienziati di quella che è al momento una delle più imponenti missioni scientifiche del mondo. La presenza di iridio nel cratere dell’impatto e negli strati geologici del resto del mondo coetanei dell’estinzione dei dinosauri rivela che i due fenomeni sono legati. E che non solo un’attività vulcanica particolarmente intensa e mefitica in quell’era antica della storia della Terra, ma anche l’asteroide causarono l’estinzione dei dinosauri.
Al centro, tra 31 e 34, lo strato di iridio prelevato dal cratere Chicxulub
Così dunque dovrebbe essere andata, un giorno di 66 milioni di anni fa. Il meteorite ricco di iridio si è affacciato nei cieli della Terra. L’impatto ha fuso i fondali del mare, incendiato le foreste, sollevato tsunami. E creato una nube di pulviscolo fatto di iridio e rocce terrestri ricche di zolfo, che per circa vent’anni ha oscurato il cielo, causando piogge acide, penuria di raggi solari, freddo e buio, in un inverno permanente che ha causato l’estinzione dei tre quarti delle specie viventi, animali e vegetali. Tra loro, i dinosauri. A sopravvivere furono solo quelli volanti, evolutisi per dar vita agli uccelli di oggi.
L’esame delle carote di roccia prelevate dal cratere
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