Usa, Biden corre contro Il Covid: “Avremo vaccini per tutti gli americani entro la fine di maggio”

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New York – “Avremo vaccini per tutti gli americani entro la fine di maggio”: è l’annuncio clamoroso di Joe Biden. Il presidente degli Stati Uniti anticipa così di ben due mesi il traguardo decisivo, che era stato previsto per la fine di luglio. E’ il risultato dell’accelerazione produttiva dei giganti farmaceutici Usa, d’accordo con il governo. Il crescendo nella fabbricazione è in atto da due mesi, all’ultima impennata ha contribuito anche un’inedita alleanza tra rivali, la Johnson&Johnson e la Merck, convinte dalla Casa Bianca a unirsi per produrre su vasta scala il vaccino che è stato messo a punto dalla J&J.

Vaccini, Joe Biden mette d’accordo i due grandi rivali di Big Pharma per aumentare la produzione

Prima ancora che entrasse in gioco questo terzo vaccino approvato nel weekend scorso, le forniture di Pfizer e Moderna da sole dovevano consentire di avere dosi sufficienti per tutta la popolazione americana entro la fine di luglio. Con l’aggiunta di Johnson & Johnson, gli Stati Uniti dovrebbero riuscire a vaccinare altri 80 milioni di individui entro la fine di marzo. Ad aprile l’offerta complessiva dovrebbe arricchirsi di altri 125 milioni di dosi. Per la fine di maggio le dosi disponibili sul territorio Usa dovrebbero bastare a coprire l’intera popolazione, 340 milioni. E’ un traguardo in linea con le promesse fatte da Biden in campagna elettorale, e poi nell’Inauguration Day del 20 gennaio quando annunciò che voleva raggiungere i primi cento milioni di vaccinati in cento giorni di governo. Ma il successo degli Stati Uniti viene da lontano ed ha un’origine bipartisan.

Tutto cominciò con l’Operazione Warp Speed lanciata nella primavera 2020 dall’Amministrazione Trump, con una forte scommessa sulla capacità del “capitalismo farmaceutico” americano di vincere una sfida senza precedenti. Mai nella storia sono stati messi a punto dei vaccini a meno di un anno dall’esplosione della pandemia. Se è stato possibile, è per una convergenza di fattori: a cominciare dal fatto che la ricerca scientifica era già molto avanzata sulle tecnologie nuove che sono alla base dei vaccini Pfizer e Moderna, i primi a tagliare il traguardo. L’Amministrazione Trump non lesinò i mezzi, e un’indagine comparata del Financial Times ha stabilito che gli investimenti iniziali del governo federale di Washington nella ricerca dei vaccini sono stati – pro capite, in proporzione alla popolazione – sette volte superiori a quelli dell’Unione europea. E’ ancora sotto l’Amministrazione Trump che si sono velocizzate all’estremo le procedure di emergenza per l’approvazione dei nuovi vaccini da parte dell’authority per i farmaci, la Food and Drugs Administration (Fda).

Sempre nell’ambito dell’Operation Warp Speed, alla cui guida Trump mise il generale Gustave F. Perna (già capo della logistica dell’esercito), approvato dal Senato il 2 luglio 2020, si sperimentò anche l’uso di una legge di guerra per sequestrare componenti scarsi e riservarli alla produzione dei vaccini. Anche quella legge, nata con la guerra di Corea del 1950, è stata poi usata da Biden. Se gli Stati Uniti stanno emergendo tra i vincitori nella gara mondiale dei vaccini è perché Biden ha avuto l’accortezza di riprendere in questo campo l’eredità positiva di Trump. Nel clima politico polarizzato e dopo un’alternanza così drammatica, Biden avrebbe potuto indulgere in polemiche sterili col suo predecessore, per esempio contestando gli alti investimenti iniziali o i prezzi generosi concordati con le case farmaceutiche. Il presidente democratico invece ha avuto l’intelligenza di accelerare e potenziare gli sforzi avviati in questo campo dall’Amministrazione uscente. Nelle ultime settimane sono avvenuti progressi notevoli anche nella logistica, dopo un inizio difficile.

Vi hanno contribuito gli sforzi di molti attori: i governatori degli Stati (che hanno molte responsabilità in campo sanitario) hanno moltiplicato l’apertura di nuovi centri e arruolato un personale sempre più numeroso; l’esercito e la protezione civile hanno dato altri contributi; sono intervenuti anche in questo campo molti soggetti privati, dai grandi gruppi ospedalieri ai policlinici universitari, fino alle catene di farmacie-drugstore. Un’incognita finale però sfugge al controllo di Biden. Più si avvicina la capacità di soddisfare il bisogno di vaccini dell’intera popolazione, più si avvicina il momento in cui “conteremo” i no-vax, i diffidenti, gli scettici. Quel traguardo dei 340 milioni di vaccinazioni disponibili entro fine maggio è straordinario, ma non significa che per allora tutti saranno effettivamente immunizzati. Il totale dei 340 milioni (oltre a includere i minori di 16 anni per i quali ancora non è prevista l’inoculazione), è un tetto massimo, una parte dei quali rifiuteranno di partecipare.

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