Usa, incontro Biden McCarthy . Il presidente Usa: “Default opzione da escludere”

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Un incontro “produttivo” ma ancora senza raggiungere un “accordo”. In serata dalla Casa Bianca arrivano parole distensive dopo l’incontro tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e lo Speaker della Camera, il Repubblicano Kevin McCarthy. Nel corso dei colloqui sull’innalzamento del tetto del debito, i segnali appaiono positivi. Quello andato in scena nel pomeriggio è stato il secondo incontro ufficiale in due settimane, anticipato da Biden che aveva tagliato il suo viaggio in Australia, per rientrare domenica a Washington. Tre giorni fa la situazione era più preoccupante: le due parti si erano lanciate accuse di “estremismo”, la Casa Bianca aveva annunciato la “messa in pausa” dei negoziati. Stavolta i toni sono diversi. “Non abbiamo ancora un accordo – ha commentato McCarthy, lasciando lo Studio Ovale – ma la discussione è stata produttiva”. “Il tono – ha aggiunto – è stato migliore di ogni altra volta”. “Credo – ha continuato – che arriveremo a un accordo”.

Altri incontri possibili nei prossimi giorni. Già ieri sera tardi, i negoziatori delle due parti si sono di nuovi rivisti alla Casa Bianca per riprendere il confronto sui numeri. Con la scadenza del termine dell’1 giugno, ribadito dal segretario al Tesoro Janet Yellen in una drammatica lettera inviata al Congresso, non c’è più molto tempo per giocare a scacchi. Se non verrà raggiunto un accordo in tempo, o in ritardo di pochi giorni, gli Stati Uniti andranno in bancarotta e verranno bloccati i pagamenti ai federali, ai militari, ai creditori. Verranno intaccati anche i benefit ai pensionati. L’effetto su Wall Street sarebbe devastante, e a catena sui mercati finanziari di tutto il mondo. Biden sostiene che un mancato accordo potrebbe costare la perdita di otto milioni di posti di lavoro. Per i Repubblicani sarebbe pane e burro in vista della campagna elettorale per le presidenziali, perché Biden verrebbero messo sott’accusa, ma poi anche loro dovrebbero assumersi la responsabilità della crisi. E nessuno vuole rischiare il salto nel vuoto.

Anche Biden, in un breve comunicato seguito all’incontro, ha parlato di “produttivo”, riferendosi al colloquio. “Abbiamo ribadito ancora una volta – ha dichiarato – che il default è da escludere e l’unico modo di procedere è quello di trovare un accordo bipartisan”. I tagli alla difesa sono esclusi. Lo chiedeva Biden e lo ha accettato da tempo McCarthy. Gli Stati Uniti non possono inviare al mondo un messaggio di dietrofront, davanti alla guerra in Ucraina. McCarthy dovrà tenere unito il partito, perché l’ala più a destra vuole mettere Biden con le spalle al muro. “Noi – hanno detto – spendiamo ogni mese cento miliardi in più rispetto a quanto incassiamo in tasse. Washington ha un problema di spesa, non di ricavi”. I Democratici hanno bocciato la proposta dei Repubblicani di finanziare la costruzione del muro, tagliare la spesa sociale e congelare la spesa per dieci anni, soluzione definita “irragionevole”. L’accordo, però, va trovato al più presto, perché poi potrebbero non esserci i tempi tecnici per l’approvazione. Tecnicamente l’accordo va trasformato in testo legislativo. McCarthy ha garantito a Biden che i legislatori saranno in grado di farlo in 72 ore. Poi il testo verrà discusso e votato prima dalla Camera, dove i Repubblicani hanno nove voti di maggioranza, e poi dal Senato, guidato per due seggi dai Democratici. Mancano nove giorni alla deadline, forse potrebbe essere accettato uno slittamento a giugno di pochi giorni. Di mezzo c’è la settimana di vacanza legata alla celebrazione del Memorial Day, che cade lunedì 29 maggio. Alcuni legislatori cominciano a pensare di non prendere impegni per il weekend.

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