Vaccini, Bonaccini: “Bene Draghi su AstraZeneca, altri tagli inaccettabili”

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Nuovi vaccini, tempi certi nelle forniture, produzione in Italia per i sieri già validati. Sono queste le richieste del presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, al governo. L’Emilia è al centro di una violentissima terza ondata, per mezza regione da Modena a Ravenna sono già stati presi provvedimenti da zona rossa e la campagna di vaccinazioni è l’unica speranza. Ma deve accelerare, con ogni mezzo a disposizione.

“Abbiamo rinnovato la richiesta affinché si verifichi la reale fattibilità di produrre in Italia vaccini già autorizzati ed esplorare la possibilità di acquistarne di nuovi – ha scritto Bonaccini in un lungo post su Facebook dedicato all’argomento – come quello di Johnson & Johnson per cui c’è bisongo di velocizzare le procedure di validazione”. Il momento del cambio di passo, insomma, è questo. Per le prossime settimane i responsabili della sanità emiliani dipingono scenari catastrofici, già oggi Bologna ha raggiunto i mille ricoveri, una soglia mai raggiunta prima. In questo contesto le persone chiedono di poter accedere ai vaccini il prima possibile: i lavoratori, i pensionati settantenni per cui non c’è ancora una data di prenotazione, i malati che hanno altre patologie. Una pressione di fronte alla quale è indispensabile un chiarimento.

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“E’ fondamentale chiarire una volta per tutte – dice Bonaccini – le modalità di ulteriore utilizzo di AstraZeneca, quali siano le fasce di popolazione o le categorie che vanno vaccinate prioritariamente. Si tratta di un compito specifico e urgente in capo allo Stato”.

La situazione è cambiata nel giro di poche settimane. “Il virus ha rialzato la testa attraverso le cosìddette varianti, molto più aggressive  – dice Bonaccini, che è presidente della Conferenza Stato Regioni – gli ospedali registrano un numero molto alto di ricoverati in pochissimi giorni. Non c’è un minuto da perdere, servono certezze sulle forniture e sulla loro distribuzione. Nuovi tagli unilaterali non sarebbero accettabili. Bene ha fatto il presidente Mario Draghi a imporsi per bloccare l’esportazione dall’Italia ad altri Paesi di dosi AstraZeneca”.

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L’Emilia sta facendo la sua parte, rivendica Bonaccini (“Ieri 15 mila vaccinazioni, la prossima settimana arriveremo a 500 mila dosi somministrate in regione, ad oggi 150 mila persone sono state vaccinate definitivamente e altre 300 mila sono in attesa della seconda dose”). Ad aprile si supererà il mezzo milione di persone che hanno completato il ciclo vaccinale, da Piacenza a Rimini, ma si può fare molto di più. “La nostra organizzazione può arrivare a somministrare oltre un milione di dosi al mese, se soltanto queste fossero a disposizione – è il ragionamento di Bonaccini – dall’incontro avuto con i ministri Gelmini e Speranza, con il capo della protezione civile Curcio e con il generale Figliuolo è uscito rafforzato l’impegno dell’esecutivo per una decisa accelerazione della campagna vaccinale”.

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Adesso però si tratta di “attuare la svolta in tempi rapidi” e per questo secondo il governatore “bisogna percorrere tutte le strade per autorizzare nuovi vaccini da affiancare a quelli già utilizzati, nel rispetto ovvio dei paramentri di sicurezza”. Nei giorni scorsi Bonaccini aveva aperto alla possibilità di vagliare il vaccino russo Sputnik, già utilizzato a San Marino.

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