Vaccini, fonti governo: “A luglio in arrivo 14 milioni di dosi”

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Fonti governative tranquillizzano: non ci sarà nessuna emergenza-vaccini in Italia. Perché, spiegano, a luglio arriveranno 14 milioni di dosi, abbastanza per mettere in sicurezzza il prima possibile un numero consistente di italiani e per cercare di arginare una possibile ondata Delta (la variante Covid che sta prendendo sempre più spazio anche in Europa).

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Del resto nel nostro Paese ci sono ancora 2 milioni e 700 mila di over 60 che non hanno fatto neanche la prima dose e, dunque, non hanno alcuna copertura contro il Covid. A mettere in evidenza il dato è l’ultimo report settimanale del governo dal quale emerge che negli ultimi sette giorni è stata somministrata la prima dose in questa fascia d’età a sole 140 mila persone. In base ai numeri del governo, inoltre, solo una minima percentuale dei 140 mila ha ricevuto Astrazeneca o Johnson&Johnson, i due vaccini raccomandati per questa fascia d’età: sono state somministrate poco più di 8.800 prime dosi Astrazeneca e circa 13.500 del monodose J&J.

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Ma oggi è proprio quella la fascia di età ad avere un’incidenza più alta di infezione visto che, come rivela l’ultimo aggiornamento del rapporto ‘Epidemia Covid-19′ dell’Istituto superiore di sanità, “a partire dalla seconda metà di febbraio con il progressivo aumento della copertura vaccinale tra gli ultraottantenni, la diminuzione è stata più marcata in questa fascia di età rispetto alle altre. Attualmente l’incidenza più elevata si osserva nei soggetti under 60’ anni che hanno una minore copertura vaccinale”.

“È importante che si parta per le vacanze con la seconda dose di vaccino effettuata. Noi dobbiamo convincere a non rinviare il vaccino per andare in ferie”. Così Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma. “Allo stesso tempo dobbiamo andare incontro alle persone per agevolarle nelle vaccinazioni – aggiunge Vaia -. Nel Lazio lo faremo con centri nelle località turistiche, ma prima dobbiamo rendere consapevoli le persone dell’importanza di completare il ciclo vaccinale”.
Per Vaia, “non è il tempo della preoccupazione, ma è il tempo ancora di più  di agire, dobbiamo vaccinare sempre puù vaste aree di popolazione e metterci in sicurezza. Poi isolare, sequenziare le varianti, studiarle e adeguare i nostri strumenti: vaccini e anticorpi monoclonali.

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