Vaccini, la frenata dopo il record fa arrabbiare le Regioni: “Senza dosi ci fermiamo”

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Un sistema delicato. Di turni, di prenotazioni, di spazi da allestire nel modo migliore, di professionisti da motivare e cittadini da accogliere. È difficile far partire la campagna vaccinale, e l’Italia lo sa bene, ma anche fermarla. Per questo lo slittamento di una consegna attesa da giorni può dare una piccola scossa di terremoto. Circa 1,4 milioni di dosi di AstraZeneca arriveranno in Italia questa mattina, cioè oltre tre giorni dopo quanto aspettavano le Regioni e alcune di queste, quelle con poche dosi in magazzino, annunciano il rischio di uno stop alla loro campagna, con cittadini da richiamare per spostare l’appuntamento. Il tutto succede, visto che non ci sono solo le ombre, quando viene annunciata la giornata record per le somministrazioni. È stata mercoledì 31, quando sono state inoculate 282.158 dosi, poche meno delle 300 mila fissate come obiettivo per la fine di marzo.

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Ora però ci si concentra sullo slittamento della consegna. Ieri il direttore dell’Oms Europa Hans Kluge ha criticato «la lentezza inaccettabile» delle vaccinazioni nel continente, dove è in corso la situazione epidemica «più preoccupante da mesi. Dobbiamo accelerare il processo aumentando la produzione, riducendo gli ostacoli alla consegna e utilizzando qualsiasi dose abbiamo in magazzino».

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Questa settimana, a chiusura del primo trimestre dell’anno, le Regioni aspettavano circa 3 milioni di dosi di vaccino. Un milione di Pfizer è arrivato, così come mezzo milione di Moderna. Manca AstraZeneca e ieri il presidente del Veneto Luca Zaia ha detto: «Oggi si vaccina poco o niente, solo i richiami. Abbiamo in magazzino solo Pfizer. Se oggi ne facciamo 20 mila non è che siamo precipitati, ma solo perché abbiamo finito le dosi». La Toscana ha già fatto saltare, e riprogrammato, le prenotazioni di ieri. Anche l’Umbria ha annunciato slittamenti dovuti al rinvio. Il vaccino di AstraZeneca, quasi 1,4 milioni di dosi, arriverà infatti alle 7 di questa mattina a Pratica di Mare e poi sarà indirizzato nelle varie Regioni. Il commissario straordinario per l’emergenza, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ieri a Cagliari per verificare che «la macchina sia pronta in tutta Italia quando a brevissimo avremo un’alta disponibilità di vaccini», ha tranquillizzato gli amministratori locali dicendo appunto che AstraZeneca sarebbe arrivato tra ieri e oggi.

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In Lazio contano di averlo a disposizione negli hub intorno alle 15 di oggi. «Rischiamo di fermarci, di sospendere la campagna — si arrabbia l’assessore alla Salute Alessio D’Amato — Qui abbiamo un milione di persone prenotate per le prossime settimane, non è possibile che ci siano rinvii o interruzioni delle consegne. Un Paese serio non può permettere queste cose. Non c’è abbastanza programmazione, ad esempio non conosciamo gli arrivi di maggio e nemmeno quante dosi avremo del vaccino Johnson&Johnson». D’Amato poi lancia una proposta: «AstraZeneca infiala ad Anagni e poi i vaccini già confezionati vengono spediti in Belgio e rimandati qui in Italia. Mi chiedo come mai è impossibile saltare quest’ultimo passaggio, che ci fa perdere 5 giorni».

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Il Lazio vaccina tanto ed è anche una delle Regioni dove i dati stanno migliorando. Ha un Rt da zona gialla, sotto l’1, anche se per tutto aprile questo scenario non esiste. Le deroghe al divieto di aperture sono solo per chi oltre a una bassa circolazione del virus avrà fatto anche tanti vaccini. Sembrano condizioni difficili da raggiungere per chiunque. Oggi intanto dopo l’analisi della Cabina di regia solo una realtà migliorerà ed è la Campania che passa da rosso ad arancione. Altre sette Regioni che erano rosse (Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia-Romana, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Lombardia e Toscana) resteranno di quel colore fino al 20 aprile perché hanno un’incidenza settimanale sopra i 250 casi per 100 mila abitanti.

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