Vaccino Covid: cosa rischiamo dopo il caso Astra-Zeneca

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In Italia AstraZeneca ha ritirato qualche lotto del suo vaccino. In Danimarca è stata sospesa la vaccinazione. Fatalità, destino, predisposizione o casistica irrilevante, fatto sta che qualche morto c’è stato. Decessi che fanno discutere e riflettere perché, al di là dei numeri, troppi o pochissimi, la cronaca, quella che poi finisce sul banco degli imputati con l’accusa di allarmismo, deve riportare in ogni caso. Prima di tutto per non venir meno al suo compito, informare. Anche a costo di scatenare aspre polemiche. A rispondere è Carlo Federico Perno, direttore di Microbiologia e Virologia al Bambin Gesù di Roma. Che premette: “È stata avviata un’inchiesta per scoprire se c’è correlazione causale tra la somministrazione del vaccino e le morti”.

Appunto, la popolazione vuol sapere cosa sta succedendo.

“Perciò bisogna aspettare. Le spiego con un esempio la differenza tra correlazione causale e temporale. Se oggi piove e io scivolo in casa, non significa che sia caduto a causa della pioggia, ma se finisco a terra sul marciapiede bagnato potrebbe esserci una correlazione, in questo caso causale”.

Nel frattempo, la vaccinazione AstraZeneca ha subìto uno stop imprevisto.

“Certo, è la procedura corretta, secondo cui le autorità hanno bloccato la somministrazione in nome del principio di precauzione. Ma stiamo parlando di un vaccino del quale occorre sottolineare un dato. Fondamentale e che va sempre ricordato ai cittadini”.

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A cosa si riferisce?

“Ad una realtà incontrovertibile che dovrebbe rassicurare: la prima dose AstraZeneca, nel mondo è stata già somministrata a milioni di persone e non è stato segnalato alcuno di quei drammatici eventi a cui stiamo assistendo. Quindi è ragionevole pensare, ma deve essere un’indagine a chiarirlo, che reazioni avverse e decessi registrati non siano correlati al vaccino in sé ma a singoli lotti. Sempre che per questi ultimi venga dimostrata la correlazione causale cui accennavo”.

Eppure qualcosa è andata storta.

“È evidente. Un vaccino, per definizione deve essere prima di tutto sicuro, proprio perché viene inoculato a persone sane e non, come la chemio, a malati gravi. E se è tollerata una tossicità, modesta e tipica dei vaccini, non sarebbe ipotizzabile in nessun caso una tossicità grave”.

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Perciò ritiene indispensabile un approfondimento?

“Sarà a tutto campo. Con i vaccini soliti, quelli che conosciamo, si è esposti soltanto a modesti effetti collaterali. Transitori e, quindi, non significativi. Spesso amplificati, a torto, dai media”.

Non è che le sperimentazioni sono state condotte così in fretta da far passare in secondo piano la sicurezza?

“Su questo punto è necessario un ulteriore chiarimento. In momenti di normalità, le sperimentazioni vaccinali richiedono un tempo considerevole per raggiungere l’utilizzazione di massa perché vanno verificati con attenzione efficacia ed effetti collaterali. È chiaro adesso che per il Covid ci si è mossi molto più rapidamente, proprio perché in emergenza. Ed è altrettanto evidente che nelle procedure di emergenza qualche passaggio richieda ulteriori valutazioni che, in questo caso, sono state fatte durante la campagna vaccinale e non prima. Ma va precisato che gli studi registrativi non avevano mostrato alcun effetto dannoso di rilievo, quindi potrebbe, ripeto, essere sfuggito qualcosa dopo, durante la preparazione delle dosi in urgenza. Ed è ciò che andrà verificato, perché il controllo di qualità resta sempre imprescindibile, in qualsiasi situazione. Saranno, ancora una volta, le autorità a dare una risposta esauriente a questo importante quesito”.

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Che ruolo gioca la psicosi collettiva nel fenomeno dissuasivo?

“Tanto. Qui entrano in ballo tre fattori: la situazione del Covid che è di per sé impegnativa, la pressione mediatica che controlla tutto in tempo reale e spesso priva di elementi sufficienti di valutazione, e poi il sospetto dell’inefficacia dei vaccini nei confronti delle varianti”.

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E lei, non ha dubbi sulle mutazioni?

“Per ora non abbiamo alcuna evidenza che i vaccini attuali non siano efficaci anche contro le varianti. Anzi, lancerei l’allarme: ci si muova rapidamente con i vaccini, altrimenti nel mondo si conteranno altre centinaia di migliaia di morti, per ora siamo quasi a due milioni di vittime. In Gran Bretagna e Israele, dove la vaccinazione massiva fila a gran ritmo, è crollato il numero di ricoveri”.

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