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Vaccino Covid, febbre e stanchezza: gli effetti collaterali della seconda dose. “Casi a Tor Vergata, Gemelli e San Camillo”

Aumenta il numero di persone che hanno ricevuto il richiamo del vaccino anti Covid e cresce anche quello di chi ha affrontato effetti collaterali, non preoccupanti ma fastidiosi. “Una ventina tra medici e anestesisti under 55 del Policlinico Tor Vergata hanno accusato, dopo la seconda dose del vaccino Pfizer, febbre a 40, dolori articolari e muscolari, spossatezza”, racconta Serena, infermiera del pronto soccorso. Storie simili arrivano in queste ore da altri ospedali romani, dal Gemelli al San Camillo. Se alla prima dose gli effetti erano limitati a un indolenzimento del braccio e a un mal di testa, con il richiamo le conseguenze appaiono più fastidiose.

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Nulla di allarmante, secondo gli esperti. “Lo ha detto anche Ema, l’autorità regolatoria europea: in genere con la seconda dose ci sono più reazioni avverse”. A parlare è Stefania Salmaso, esperta di vaccini e membro dell’Associazione italiana di epidemiologia, per 25 anni all’Istituto superiore di sanità. “Siamo in linea con quanto atteso. Si tratta di una risposta immunitaria transitoria e di breve durata che arriva dopo quella alla prima dose e per questo è più vigorosa”. Secondo l’esperta normalmente questo fenomeno si osserva maggiormente tra le persone giovani. “È noto anche in altri vaccini”, dice.

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“Ad oggi sono oltre mille le persone che hanno concluso l’iter da noi – spiega Patrizia Laurenti, direttore dell’igiene ospedaliera del Gemelli – e di questi un centinaio hanno lamentato maggiori disturbi dopo la seconda iniezione. La frequenza è 1 su 10, a differenza della prima dose quando erano molto di meno, 1 su 100 circa”. I sintomi “si presentano tra le 6 e le 24 ore dall’iniezione e – conferma Laurenti – rientrano entro le 48 ore, a volte, ma non sempre, con farmaci antinfiammatori o paracetamolo. A chi ha avuto una reazione forte alla prima dose, per sicurezza, non abbiamo fatto fare la seconda, ma sono appena 3 casi su 6mila”.

Per chiarire i dubbi sui vaccini anti Covid l’agenzia del farmaco, Aifa, ha scritto una serie di faq. Le reazioni avverse al medicinale di Pfizer-Biontech osservate più di frequente, cioè in più di 1 persona su 10, “sono state in genere di entità lieve o moderata e si sono risolte entro pochi giorni. Tra queste figurano dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre”.

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Serena lavora come infermiera nell’area emergenza di Tor Vergata. Ha 45 anni ed è risultata positiva al Covid a marzo 2020. Ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer: “Il prossimo 3 febbraio dovrebbero somministrarmi la seconda. Una ventina tra medici e anestesisti dell’emergenza, tra i 30 e i 50 anni, sono stati molto male; una collega 50enne ha avuto un rash cutaneo e le hanno dato antistaminici e cortisone. Ho paura, ma confido nella scienza e nella capacità di contrastare eventuali reazioni”. Al San Camillo sono già stati somministrati 1.151 richiami (ne mancano altri 3mila) e “una cinquantina di persone, tra 40 e 60 anni – spiega Rosario Cocchiara, responsabile del centro vaccinale ospedaliero – hanno manifestato più sintomi rispetto a quelli osservati dopo la prima dose ma nessuna reazione allergica grave”.



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