Sulla questione degli abusi non tutti nella Chiesa vengono trattati allo stesso modo. Lo dice il cardinal Gerhard Mueller, ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, parlando in particolare del caso di mons. Gustavo Zanchetta. “Zanchetta fa discutere poiché ha potuto godere di uno status privilegiato in quanto amico del Papa. Di norma le amicizie non possono influenzare il procedere della giustizia, tutti devono essere trattati in modo uguale”.
Mueller – nel libro “In buona fede” con Franca Giansoldati (edizioni Solferino) in uscita nei prossimi giorni – parla anche del caso di “don Mauro Inzoli, un sacerdote vicino a Comunione e Liberazione. Il tribunale vaticano avviò un processo su di lui alla fine del quale si decise di ridurlo allo stato laicale perché fu riconosciuto colpevole di crimini. Purtroppo però vi fu un cardinale di curia che andò a bussare a Santa Marta, chiedendo clemenza. Davanti a questo interventismo il Papa si convinse e scelse di modificare la sentenza aggiustando la pena a Inzoli, stabilendo che rimanesse sacerdote ma con il divieto di indossare in pubblico l’abito sacerdotale o il clergyman e senza presentarsi alle comunità come consacrato. Rimaneva consacrato ma non poteva mostrarsi agli estranei come tale.
Questo è solo un esempio”.
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