Monsignor Michele Basso, l’anziano canonico di San Pietro, è morto, forse per un attacco cardiaco, nel suo appartamento vicino alla basilica vaticana. Ma a finire nella tomba con lui non è solo il suo corpo, bensì anche una serie di misteri legati a un vero e proprio tesoro, composto da pregiate opere che aveva accumulato e gelosamente custodito nel tempo, come riporta Il Messaggero.
Un tesoro avvolto nel mistero perché di quei pezzi storici nessuno conosce la provenienza. Un garbuglio imbarazzante che ora dovrà dipanare il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica da poco più di un anno.
Il tesoretto
La collezione Basso, composta da circa 70 pezzi, è stata sigillata in una trentina di casse della Segreteria di Stato – dopo essere stata visionata all’epoca dal Segretario di Stato Pietro Parolin – e nascosta in un luogo segreto sotto la Cupola. Pezzi antichi di inestimabile valore come statue in marmo e di legno, dipinti, tavole incise su rame. Ma il reperto più importante è una copia risalente agli inizi del Novecento del famoso Cratere di Eufronio, il cui originale etrusco è conservato nel Museo di Villa Giulia.
Il mistero
A chi chiedeva spiegazioni, monsignor Basso rispondeva che era tutto a posto, tutto regolare. E in un’intervista al Messaggero disse: “Io ho donato tutto alla Fabbrica di San Pietro. Ora non sono più il proprietario. Non ne so più niente. È come ritrovarsi con tante scarpe nell’armadio. Alcune sono state comprate e altre sono state regalate”.
Go to Source