Il regista premio Oscar Bong Joon-ho fa il suo appello: “Ora che sono in Italia vorrei incontrare Gianni Morandi“. Alla Mostra del cinema come Presidente di giuria (gli altri membri sono Saverio Costanzo, Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon attrice e produttrice canadese, il regista rumeno Alexander Nanau e la regista del film premio Oscar Nomadland Chloé Zhao) non fa mistero del suo sogno nel cassetto. “Mio padre era un grande fan della canzone italiana anni Sessanta e di Morandi, per questo ho messo nel mio film Parasite la canzone In ginocchio da te. Mio padre è morto lo scorso anno e io che non ho mai incontrato Morandi, vorrei tanto farlo”. Morandi ieri sera ha cantato all’Arena di Verona, la prima volta sul palco dopo l’incidente e il ricovero per ustioni di qualche mese fa, e chissà che non voglia accogliere l’invito del Presidente di giuria.
Il Presidente con Saverio Costanzo, Virginie Efira, Cynthia Erivo, Sarah Gadon attrice e produttrice canadese, il regista rumeno Alexander Nanau e la regista del film premio Oscar Nomadland Chloé Zhao (agf)
Vestito completamente di nero, un ventaglio per farsi fresco in sala conferenza, il regista coreano si dice molto contento di essere qui come Presidente di giuria. “Non credo che ci saranno dei criteri veri e propri per il nostro giudizio, ma si tratta di trovare il modo di intercettare i gusti di tutti i giurati. Siamo qui per goderci questa esperienza, siamo pronti anche a discutere fra di noi l’ultimo giorno, ma soprattutto ci aspettiamo di vedere film bellissimi”.
Quando gli chiediamo cosa si aspetta dal cinema italiano, in concorso con cinque titoli, cosa che non accadeva dal 1984, il regista risponde: “L’Italia ha un’incredibile storia di cinema, vedo Alberto Barbera e mi sembra di vedere Federico Fellini – scherza – La tradizione di maestri come Antonioni, De Sica, Rossellini, Bertolucci, Bellocchio, Olmi e tanti altri come Sorrentino o il mio collega di giuria Saverio Costanzo. Bello vedere il cinema italiano attraverso le nuove generazioni, io sono un grande fan di Alice Rohrwacher, ho visto il suo Corpo celeste dieci anni fa e ne sono stato colpito. Sono molto emozionato di vedere i film italiani, il cinema italiano ha una storia lunga qui ne raccontiamo solo una pagina ma è bello vedere tanti nuovi registi italiani”.
Il suo film con i suoi quattro Oscar è stato l’ultimo grande evento pre pandemia, mentre il regista rientrava in Corea del Sud nel febbraio 2020 il virus stava propagandosi dall’Asia. Per questo la sua opinione su come questo anno e mezzo ha cambiato il cinema ha un valore particolarmente simbolico. “Per il Covid, la Corea e tutto il mondo hanno sofferto molto, così anche i registi e il cinema naturalmente. Tuttavia se guardiamo indietro constatiamo la prova della forza vitale del cinema. Lo scorso anno la Mostra di Venezia ha dimostrato come era possibile organizzare un festival nonostante l’emergenza. Come regista non credo che la storia del cinema possa esere fermata facilmente”.
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