Via D’Amelio, maxi risarcimento per il carrozziere accusato ingiustamente dal falso pentito Scarantino: un milione e mezzo di euro agli eredi

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Il “più grande depistaggio della storia della giustizia italiana”, com’è stato chiamato, costa caro al ministero dell’Economia e delle Finanze: un milione 404.925,25 euro dovrà essere pagato a sette eredi di Giuseppe Orofino, il carrozziere palermitano che nel 1996 era stato condannato all’ergastolo per la strage Borsellino. Si tratta del risarcimento più alto fin qui stabilito, Orofino era incensurato a differenza degli altri indagati che furono ingiustamente accusati.

Borsellino, l’ultima beffa: nessuno pagherà per le indagini depistate. L’amarezza della famiglia

Ad accusare Orofino, il falso pentito Vincenzo Scarantino, il balordo del quartiere Guadagna trasformato in provetto Buscetta: restò in carcere quasi sette anni. Nel 2008, il boss Gaspare Spatuzza ha poi smascherato l’impostore, ma restano tanti misteri: chi orientò per davvero Scarantino? Sotto accusa è finito l’ex capo della squadra mobile di Palermo Arnaldo La Barbera, ma è morto nel 2002. Sotto processo sono finiti tre componenti del gruppo d’indagine sulle stragi Falcone e Borsellino: a luglio, due poliziotti sono stati salvati dalla prescrizione, uno è stato assolto.

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Dice l’avvocato Giuseppe Scozzola, legale della famiglia Orofino: “Lo Stato, chiamato a pagare il risarcimento, dovrebbe rifarsi sui magistrati di Caltanissetta che gestirono il falso pentito e poi emisero le condanne. Il collaboratore Cancemi aveva detto chiaramente in un drammatico confronto che Scarantino non era affatto un uomo d’onore, non parlava neanche come un mafioso”.

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