Vietato assumere donne in Afghanistan, i talebani impongono le restrizioni anche alle Ong

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Vietato assumere donne in Afghanistan anche nelle Ong. Il governo talebano, con una lettera del ministro dell’economia Qari Din Mohammed Hanif, ha ordinato a tutti i gruppi non governativi stranieri e nazionali di sospendere le assunzioni, precisando che i trasgressori si vedranno revocare la licenza operativa. Il ministero ha giustificato tale decisione sostenendo di aver ricevuto “gravi lamentele” sul personale femminile che lavora per le Ong, colpevole di non indossare il velo “corretto”, l’hijab.

Si tratta dell’ultima mossa restrittiva, in ordine di tempo, dei talebani contro i diritti e le libertà delle donne. Le forze di sicurezza talebane, in base a quanto riferito da testimoni oculari, hanno inoltre usato un cannone ad acqua per disperdere le donne che protestavano ad Herat contro il divieto di istruzione universitaria per le donne. Una manifestazione organizzata dopo che martedì scorso il Governo ha vietato alle studentesse pure di frequentare le università.

In un video si vedono le manifestanti che urlando si nascondono in una strada laterale per sfuggire al cannone ad acqua, per poi riprendere la protesta. ”Eravamo tra le 100 e le 150”, ha detto Maryam, una delle organizzatrici della manifestazione. “Quando abbiamo iniziato – ha aggiunto – nel parco Tariqi i talebani hanno preso dei rami dagli alberi e ci hanno picchiato. Ma abbiamo continuato”.

Alle manifestazioni però non hanno preso parte solo loro: stavolta alle proteste femminili si sono uniti anche gli uomini. Al grido di “o tutti o nessuno”, hanno lanciato una campagna di protesta contro il divieto per le donne di frequentare le università. L’iniziativa ha visto già alcuni studenti lasciare le aule durante la lezione o rifiutare di sostenere gli esami, in solidarietà con le compagne di studi.

Ajmir Sadat, il responsabile della campagna, ha spiegato che la protesta è partita suoi social e si sta estendendo nelle province. “Fino a quando le nostre sorelle non potranno studiare di nuovo, boicotteremo anche l’educazione degli uomini”, ha spiegato all’emittente locale Tolo News.

I talebani però non cedono: per loro il divieto è necessario a impedire la mescolanza dei sessi nelle università e perché alcune materie insegnate violano a loro avviso i principi dell’Islam. Contro la scelta di escludere le donne dalle ong si è schierato oggi anche il coordinatore umanitario e capo
della missione Onu in Afghanistan, Ramiz Alakbarov, che si è detto “profondamente preoccupato per le notizie secondo cui le autorità de facto” talebane “hanno vietato a tutte le dipendenti donne delle organizzazioni nazionali e internazionali di recarsi al lavoro”.

Secondo Alakbarov si tratta di una “chiara violazione dei principi umanitari. Il ruolo fondamentale delle donne in tutti gli aspetti della vita e della risposta umanitaria è innegabile”.

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