Violenza donne, dal Parlamento europeo ok alla Convenzione di Istanbul. FdI e Lega si astengono. Il Pd: “Pagina triste”

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Il Parlamento europeo ha dato il suo sì all’adesione dell’Ue alla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, la Convenzione di Istanbul. I deputati hanno dato il loro consenso in due votazioni separate: la prima sulle istituzioni e la pubblica amministrazione dell’Ue, approvata con 472 voti a favore, 62 contrari e 73 astensioni, la seconda sulle questioni relative alla cooperazione giudiziaria in materia penale, all’asilo e al non respingimento, approvata con 464 voti a favore, 81 contro e 45 astensioni.

Lega e Fdi astenute

Le delegazioni di FdI e Lega, a quanto risulta dai tabulati delle delegazioni, però, si sono astenute in maniera compatta in entrambe le votazioni. Che riguardavano una prima risoluzione che si occupava dell’adesione alla Convenzione nel settore pubblico e una seconda che invece si incentrava sulla cooperazione giudiziarie e sull’asilo. Entrambe le risoluzioni sono state votate da un’ampia maggioranza. S&d, Renew, Verdi, Sinistra, M5S e la grandissima parte del Ppe hanno votato a favore. Contrari i membri polacchi di Ecr (in Polonia da tempo si dibatte sull’eventualità di recedere dalla Convenzione) e parte del gruppo Id. Tra gli italiani Lega e FdI hanno optato invece per l’astensione.

Picieno (Pd): “Astensione di Lega e FdI immagine deprimente”

Il Pd con Pina Picierno, vice presidente del Parlamento europeo, attacca: “La concezione delle donne da parte dei due principali partiti di maggioranza è retriva, incivile e liberticida. Oggi, infatti, FdI e Lega si sono astenuti all’Europarlamento nella votazione che ha approvato la ratifica della convenzione di Istanbul. Addirittura due esponenti di FdI e Lega hanno votato contro. La convenzione, firmata sei anni fa, rappresenta il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne. Purtroppo non è stato ancora recepito dall’Unione europea perché mancano all’appello sei stati membri, a partire dall’Ungheria – spiega Picierno – Oggi con l’astensione i partiti di Meloni e Salvini hanno restituito un’immagine deprimente e indegna dell’Italia e del suo governo. Tutto ciò avviene proprio mentre il nostro esecutivo è guidato da una donna. Si tratta di una scelta con un preciso significato politico, vergognoso e inquietante. L’arretramento sul terreno dei diritti era già stato sancito da alcune scelte ideologiche e identitarie del nostro governo, che sembra intenzionato a erodere progressivamente diritti elementari conquistati in anni di battaglie civili. Ma l’astensione odierna rappresenta il picco più brutale di questo percorso di regressione e colloca il governo italiano al pari degli Stati più rozzi e reazionari dell’Unione”, conclude la vice presidente del Pe.

La replica di FdI

“La delegazione di Fratelli d’Italia, nel ribadire il proprio impegno nella lotta alla violenza contro le donne, ha scelto di astenersi per una ragione di metodo e una di merito – spiegano in una nota il capodelegazione di Fratelli d’Italia- Ecr al Pe Carlo Fidanza e l’eurodeputato di FdI Vincenzo Sofo – Sul metodo, riteniamo problematico il fatto che per accelerare la ratifica della Convenzione da parte dell’Ue si sia deciso di procedere a maggioranza qualificata e non più all’unanimità. Un precedente pericoloso per future decisioni su nuovi accordi internazionali. Nel merito, con la nostra astensione abbiamo voluto ribadire la nostra preoccupazione sulle tematiche legate al gender. Non esiste alcuna possibilità che la Convenzione venga usata per imporre normative specifiche ai governi nazionali. Tuttavia vogliamo ancora una volta denunciare la costante strumentalizzazione della Convenzione da parte delle sinistre arcobaleno, che vorrebbero farne l’ennesimo cavallo di Troia per imporre l’agenda Lgbt, come accaduto con la risoluzione adottata a Strasburgo lo scorso febbraio. Chi lo fa è in realtà un nemico delle donne perché sono proprio le donne ad esserne le prime vittime”, concludono gli eurodeputati.

Pe vota a favore l’adesione Ue alla convenzione di Istanbul

Il Parlamento Ue ha ricordato che la Commissione ha proposto nel 2016 l’adesione dell’Ue alla Convenzione, ma che “la ratifica si è arenata a causa della reticenza di alcuni Paesi”. In seguito, la Corte di giustizia Ue ha confermato nell’ottobre del 2021 che l’Ue può ratificare la Convenzione con un voto a maggioranza qualificata. “La Corte Ue ha individuato l’ambito di applicazione appropriato per l’adesione dell’Ue nelle politiche di asilo e cooperazione giudiziaria in materia penale e negli obblighi delle istituzioni e della pubblica amministrazione dell’Ue”, precisa il Parlamento Ue.

Infine, i deputati hanno ricordato che l’adesione dell’Ue alla Convenzione di Istanbul non esime gli Stati membri dal ratificarla a loro volta, e in questo contesto hanno esortato i sei Paesi rimanenti, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania e Slovacchia, a farlo senza ritardi. Con il voto di oggi della plenaria, il Consiglio, dunque i Paesi membri, può ora procedere alla conclusione della procedura di adesione dell’Ue alla Convenzione con un voto a maggioranza qualificata.

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