Virus, gli ospedali liberi salvano l’Italia. Terapie intensive sature solo nelle Marche e in Friuli Venezia Giulia

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L’Italia resterà tutta in bianco ancora per un bel po’, anche le Regioni che in queste settimane cominciano a fare i conti con una forte ripresa di circolazione del virus. A salvare il Natale degli italiani sono i vaccini visto che l’alta percentuale di immunizzati del nostro Paese continua a far sì che la percentuale di occupazione di reparti ordinari e terapie intensive resti assolutamente sotto controllo, rispettivamente al 6 e 4 per cento a fronte delle soglie di rischio fissate al 15 e 10 per cento.

Le dieci città dove il virus fa più paura

Ma qualcuno che rischia di finire in giallo, con le relative restrizioni, prima di Natale c’è: Marche, Friuli Venezia Giulia, Calabria e provincia di Bolzano ( già abbondantemente sopra la soglia dell’incidenza di casi ogni 100.000 abitanti) si avvicinano pericolosamente alla soglia di rischio di un secondo indicatore.

1) Marche

E’ la Regione che ha già superato due dei tre indicatori che vengono presi in considerazione per il passaggio di zona. A Fronte di un’incidenza appena superiore alla soglia di rischio ( 50,2 casi ogni 100.000 abitanti) è già oltre l’occupazione delle terapie intensive ( 11 %) ma i reparti ordinari ancora reggono, al 6,1 %, allontanando ancora per qualche settimana lo spauracchio del ritorno delle mascherine all’esterno e del limite di quattro commensali al tavolo al ristorante.

2) Friuli Venezia Giulia

La Regione dei No Vax rischia di far suonare prima delle altre il campanello d’allarme del superamento di due dei tre indicatori di rischio: l’incidenza è già superata ( 139,6 %), quasi tripla rispetto alla media nazionale e, questa volta, a preoccupare è anche la i saturazione delle terapie intensive: 10 % l’ultimo rilevamento. Al 9 % l’occupazione dei posti nei reparti ordinari, ancora lontana dalla soglia del 15 %

3) Provincia di Bolzano

In Alto Adige ( dove i casi ogni 100.000 abitanti sono 189, il tasso più alto d’Italia) i ricoveri ordinari hanno raggiunto l’11,6 per cento e il limite del 15 per cento non è poi così lontano, le terapie intensive però sono ancora libere, al 3,8 %. E questo basta ad allontanare, nell’immediato, il ritorno in giallo.

4) Calabria

Situazione analoga in Calabria, dove la fragilità del sistema ospedaliero è il principale fattore di rischio. L’incidenza dei nuovi positivi infatti è appena sopra la soglia dei 50 ( al 52,5 %) in linea con la media nazionale, ma i reparti ordinari sono già pieni all’11 per cento. Il terzo indicatore di rischio, le terapie intensive, è ancora lontano (4,7 %) dalla soglia del 10 per cento.

Nella maggior parte delle Regioni, però, gli ospedali non sono in sofferenza. Il dato nazionale è ben sotto la soglia di sofferenza

Questa la situazione nel dettaglio con dati Agenas riferiti al 6 novembre:
Occupazione terapie intensive: Abruzzo (4%), Basilicata (0%), Calabria (5%), Campania (3%), Emilia- Romagna (4%), FVG (10%), Lazio (6%), Liguria (4%),  Lombardia (3%), Marche  (11%), Molise (3%), Pa Bolzano (3%), Pa Trento (2%), Piemonte (3%), Puglia (4%), Sardegna (3%), Sicilia (5%), Toscana (5%), Umbria (8%), Valle d’Aosta  (0%), Veneto (4%).
Ricoveri in reparti ordinari: Abruzzo (5%), Basilicata (8%), Calabria (12%), Campania (8%), Emilia- Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (9%), Lazio (7%), Liguria (5%), Lombardia  (5%), Marche  (6%), Molise (3%), Pa Bolzano (11%), Pa Trento (4%), Piemonte (3%), Puglia (5%), Sardegna (3%), Sicilia (9%), Toscana (5%), Umbria (6%), Valle d’Aosta  (11%), Veneto (3%).

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