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Voghera, l’assessore Adriatici resta agli arresti domiciliari: il gip convalida. Oggi presidio antirazzista

Deve restare agli arresti domiciliari, l’assessore e sparatore Massimo Adriatici, che martedì sera davanti al bar Ligure ha ucciso Youns El Boussettaui, marocchino di 39 anni, uno che viveva ai margini della città, malato psichiatrico, e quindi “disturbatore abituale” della quiete di Voghera. Il giudice per le indagini preliminari di Pavia, Maria Cristina Lapi, ha deciso di accogliere le richieste del pubblico ministero Roberto Valli, che chiedeva la conferma degli arresti domiciliari per il pericolo di inquinamento delle prove e per la possibilità di reiterazione del reato. Quindi, anche per il primo giudice di questa inchiesta, Adriatici può inquinare le prove, può ripetere il reato di cui è stato accusato, e perciò deve restare agli arresti, seppure a casa sua.

Delitto di Voghera, un teste contro l’assessore sceriffo: “Ha preso la mira e poi ha sparato”

L’assessore girava abitualmente per Voghera – per i suoi giri serali di controllo – sempre armato e con il colpo in canna della sua Beretta semiautomatica, come hanno spiegato anche ieri i due difensori, avvocati Pipicelli e Gazzaniga: “Ai tempi in cui era poliziotto Adriatici aveva ricevuto un addestramento sull’uso delle armi”, perciò sa che “il colpo in canna si porta perché l’arma in situazioni di pericolo possa essere utilizzata senza andare in panico”.

Voghera, l’assessore aggredito dalla vittima: gli istanti prima della sparatoria

Oltre a essersi dichiarato “affranto e distrutto” per l’accaduto, ieri Adriatici ha detto al giudice di non ricordare bene il momento dello sparo: “Non ricordo esattamente come è partito il colpo” (ma nell’immediatezza aveva detto ai carabinieri di aver sparato mentre cadeva a terra, spinto da El Boussetaoui). “E’ stato vittima di una violenza improvvisa”, dicono i legali. Il ceffone, o il pugno, partito da Youns, la reazione, lo sparo, un colpo solo. Un video mostra le prime fasi della lite, ma la telecamera si ferma un attimo prima del finale, quando i due scompaiono o quasi dalla visuale della telecamera. Un testimone, cittadino del Marocco come la vittima, ha raccontato ai difensori di parte civile, Debora Piazza e Marco Romagnoli, l’aggressione a cui ha assistito. “Quell’italiano ha preso la mira e ha sparato a Younus, ero a poca distanza, ho visto bene. Ha sparato a sangue freddo”. L’uomo era già stato sentito sommariamente dai carabinieri, quella notte, che lo avevano identificato e interrogato, ma senza un interprete, visto che parla solo arabo e pochissimo l’italiano. La sua testimonianza è stata depositata agli atti.

Caso Voghera, parla la sindaca: “Assessore Adriatici persona stimata, rispettiamo indagini”

Ieri sera la sindaca di Voghera, Paola Garlaschelli ha parlato della vicenda con un video su Facebook, manifestando la sua preoccupazione per eventuali tensioni che potrebbero esserci nel pomeriggio, quando sul luogo del delitto ci sarà una manifestazione antirazzista.

Caso Voghera, l’assessore Adriatici interrogato: “Non so come sia partito il colpo”. Gip si riserva sui domiciliari. Esperti al lavoro sul video della lite con la vittima



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