Wall Street si tinge di verde, il latte d’avena Oatly vola già sopra i 10 miliardi

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MILANO – Wall Street copre d’oro il latte fatto senza le mucche e regala un altro debutto da sogno ai cibi vegani. A rompere il ghiaccio un paio di anni fa erano stati gli hamburger vegetariani di Beyond meat, start-up che oggi vale in Borsa quasi 7 miliardi di dollari. Il loro record però è stato polverizzato dall’onda bianca di Oatly: il produttore di latte d’avena svedese dopo aver debuttato al Nasdaq con una valutazione stratosferica di 10 miliardi ha continuato a sfidare la forza di gravità, mettendo assieme nei primi due giorni di quotazione un altro rialzo del 30%. Una performance da sogno che ha regalato lauti guadagni ai suoi soci vip tra cui brillano stelle come la conduttrice tv Oprah Winfrey, l’attrice Natalie Portman e il rapper Jay-Z.

Il successo del latte di Oatly è la conferma dell’innamoramento della grande finanza per tutto quello che profuma di cibo “verde”. La società scandinava fattura solo 450 milioni e ha chiuso l’ultimo bilancio in rosso per 60 milioni, complici i maxi-investimenti per internazionalizzare il brand. La popolarità del suo marchio – sdoganato dalle star di Hollywood come alternativa ecologica e pulita all’originale prodotto dalle vacche – ha convinto molti grandi nomi di Wall Street a investire nella società: i maggiori soci del gruppo sono il fondo d’investimento Blackstone, le famiglie che controllano l’impero della birra di Anheuser Bush, una società controllata dal governo cinese e le star di cinema e musica a stelle e strisce, entrate nel capitale lo scorso anno valutando l’azienda 2 miliardi.

La loro scommessa, per ora, ha pagato. Sul mercato del latte Usa le versioni vegetali (alla mandorla, soia, riso & C.) pesano oggi per il 15% sulle vendite e crescono a un ritmo del 20% annuo, mentre il cugino vaccino ha dimezzato i suoi consumi dal 1975. Oatly sta diversificando anche nel mercato dei gelati e degli yogurt vegani. Il problema della piccola start-up scandinava è che ora rischia di rimanere vittima del suo successo. Le grandi multinazionali hanno capito ormai da un po’ di tempo di non poter snobbare il mondo dei cibi “vegetali”. E stanno iniziando a entrare in forza nel settore, cominciando proprio dal latte che nella versione verde fattura già negli Stati Uniti 2,5 miliardi di dollari l’anno. La francese Danone si è conquistata una solida posizione di mercato. Nestlè – dopo una rapida sperimentazione – sta lanciando Wunda, la sua versione di latte al pisello. Uno tsunami bianco-verde che sarà il vero banco di prova del successo – di mercato e azionario – della Oatly.

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