Dopo il Covid torna la paura dello straniero. Due terzi degli italiani per le frontiere chiuse

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Il fenomeno migratorio è di nuovo al centro dell’attenzione degli italiani. E, quindi, del dibattito politico. Motivo di preoccupazione, per non dire “paura”. Come mostrano i sondaggi di Demos, l’immigrazione da tempo non era più considerata un serio problema, per i cittadini, in quanto era largamente “oscurata” da altre emergenze. Anzitutto, il Covid. Successivamente, l’invasione della Russia in Ucraina. Una guerra che si combatte non lontano dai nostri confini. Da qualche mese, ormai, il sentimento degli italiani è cambiato di nuovo. E ora è divenuto più evidente. Anche se con effetti “politici” diversi rispetto al passato. Perché è cambiato il quadro politico del Paese. E, al tempo stesso, è cambiato lo scenario internazionale con il quale ci confrontiamo. Il recente sondaggio condotto da Demos fornisce, al proposito, indicazioni interessanti. E non scontate.

Sottolinea, anzitutto, la forte crescita che ha registrato, nell’ultimo anno, l’inquietudine dei cittadini rispetto all’aumento degli immigrati. Oggi, infatti, la quota di quanti li ritengono “un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone” ha raggiunto il 45%. Il livello più alto dal 2007, 16 anni fa, quando aveva toccato il 51%. Una misura che, in seguito, si è ridimensionata sensibilmente. Fino a scivolare al 26% nel 2012-13. Per risalire in seguito intorno al 2017-18. Un passaggio significativo e non casuale. Perché coincide con la campagna elettorale delle elezioni politiche in Italia.

Quando la Lega di Salvini ha costruito la crescita e il suo successo elettorale principalmente su questo specifico argomento. La paura dello straniero. L’invasione. La minaccia dell’altro che preme intorno a noi. Mentre, in realtà, i flussi migratori, nello scorso decennio, hanno avuto un impatto relativo. Non solo, ma risultavano, in misura significativa, “utili”. Perché rispondevano, in parte, alla domanda di manodopera sicuramente non soddisfatta dall’offerta interna. Cioè, dagli italiani. Peraltro, una quota rilevante proveniva – e proviene ancora – dai Paesi dell’Est europeo. E non “faceva paura”. Perché del nostro stesso … colore. Oggi, però, gli arrivi degli stranieri avvengono in misura crescente. E provengono, soprattutto, dall’Africa. Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2023 sono sbarcati 123.863 migranti, contro i 65.517 arrivati nello stesso periodo del 2022. Mentre nel medesimo periodo del 2021 erano 41.286. Cioè: un terzo.

Le ragioni del cambio di “sentimento” fra gli italiani sono, quindi, comprensibili e chiare. E spiegano come, nell’ultimo anno e, a maggior ragione, negli ultimi mesi sia avvenuta una forte domanda di “chiusura”. Delle frontiere e dei confini. Espressa, secondo il sondaggio di Demos, da quasi due terzi degli italiani. Per la precisione: il 64%. In crescita di oltre 10 punti, nell’ultimo anno.

È, peraltro, interessante osservare come le basi, sociali e politiche, di questa spinta alla chiusura siano, in gran parte, coerenti con il passato. Lo spirito di apertura, in particolare, si conferma col-legato anzitutto all’età. Alla generazione. Solo fra i giovani, infatti, prevale nettamente la convinzione che, al di là di ogni – comprensibile – emergenza, sia necessario “aprirsi maggiormente al mondo”.

D’altra parte, risulta chiara anche la relazione stretta fra “le opinioni politiche e l’opinione pubblica”. In questo caso, infatti, la distanza tra partiti di (Centro) Destra e (Centro) Sinistra appare netta. E spinge agli estremi gli elettori del PD e dei FdI.

Sorprende un po’, semmai, che gli elettori della Lega, oggi, appaiano – relativamente – meno “chiusi” di fronte al problema migratorio rispetto agli alleati. A chi vota per FI e, soprattutto, per i FdI. Ma si tratta dell’effetto del mutamento politico avvenuto negli ultimi anni. Attraverso la “migrazione”, della componente più “nazionalista” e sovranista degli elettori leghisti verso i FdI. D’altra parte, i FdI alle elezioni del 2018 avevano ottenuto poco più del 4% e la Lega oltre il 17%. L’anno seguente, alle Europee, i FdI erano saliti al 6.5%% mentre la Lega aveva superato il 34%. Rapporti di forza rovesciati alle legislative del 2022, quando i FdI ri-salgono al 26% e la Lega sfiora il 9%, senza raggiungerlo. La tendenza si accentua successivamente. Fino ad oggi. Come, mostrano i sondaggi più recenti. Per questo, ai FdI “spetta” la difesa del Paese dagli “altri”. Ma deve, a sua volta guardarsi. Dagli alleati.

Lo straniero, dunque, fa sempre paura, soprattutto di fronte alla crescita delle migrazioni e dei migranti ai nostri confini. Un sentimento solido e radicato soprattutto a Destra. Dove i FdI di Giorgia Meloni sono il primo partito. Alla guida del governo e del Paese. Ma, per questo, rischiano di apparire i principali “responsabili” di quanto avviene alle nostre frontiere.

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