Uomini, che cosa fare quando la calvizie avanza?

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Se negli ultimi anni l’immagine della donna con i capelli bianchi è diventata più comune, cambiando anche il modo di essere percepita, non si può dire lo stesso per la calvizie: l’esperienza di perdere i capelli è vissuta ancora molto spesso in modo traumatico, pur essendo piuttosto comune. L’alopecia, infatti, anche conosciuta come calvizie, è una tipologia di assottigliamento progressivo dei capelli dovuto perlopiù a cause di tipo genetico che può essere gestita e rallentata, ma non guarita, e può colpire fino all’80% della popolazione maschile in età avanzata (in confronto, le donne colpite sono una minima parte). Le sue conseguenze non sono solo di tipo psicologico: “La perdita di capelli può avere un impatto molto forte sull’autostima e può influenzare anche la fiducia in se stessi e l’umore. Inoltre, i capelli, svolgono una funzione protettiva del cuoio capelluto e aiutano a prevenire gli effetti negativi della sovraesposizione solare, ecco perché l’alopecia non va trattata solo come un problema estetico, ma può diventare anche un problema di salute”, spiega il dottor Carlos Portinha, Chief Clinical Officer del Gruppo Insparya.

Dwayne Johnson (GettyImages)
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Trapianto: che cosa bisogna sapere prima dell’operazione

L’unica soluzione definitiva ai problemi di alopecia e calvizie è il trapianto, che però implica un’operazione leggermente invasiva e poco dolorosa, a seguito di anestesia locale. Oltre a non essere un’opzione adatta a tutte le tasche, perché abbastanza costosa, ci sono altri temi da approfondire prima di intraprendere questo percorso: la premessa fondamentale è affidarsi a dei professionisti che, a seguito di una prima valutazione, potranno consigliare la soluzione più adatta al singolo caso. “È importante anche accertarsi che all’interno della struttura scelta operino medici chirurghi e infermieri con esperienza e formazione, usando dispositivi e strumentazioni innovative nell’ambito del trapianto di capelli. In Insparya, per esempio, questo è possibile grazie all’Insparya Hair Academy che, oltre a formare il personale, porta avanti una ricerca continua sia in ambito scientifico che tecnologico”, continua il dottor Portinha.

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La dieta contro la calvizie

Nel ritardare il processo di perdita dei capelli influisce la prevenzione, che include la cura dei capelli ma anche del proprio stile di vita. “Mantenere uno stile di vita sano sicuramente aiuta il benessere generale e quindi giova anche alla salute dei capelli. L’alimentazione deve essere varia e includere quei cibi che contengono elementi fondamentali per la salute dei capelli, come ad esempio i pesci ad alto contenuto di omega 3, le uova, ricche di biotina, e i carotenoidi“, spiega il dottore. In particolare poi, nei mesi più freddi, ad aiutare la salute dei capelli sono le vitamine A, B, C ed E: “La vitamina A  o retinolo previene l’invecchiamento e regola la produzione di sebo ed è presente in carote, lattuga, patate dolci, latte, spinaci, broccoli, uova, fegato e pesci grassi. La vitamina B è cruciale per la sintesi della cheratina e la salute generale ed è contenuta in salmone, tonno, uova, latticini, frutta a guscio, legumi e altri alimenti. La vitamina C protegge dai radicali liberi e favorisce la produzione di collagene; ne sono ricchi peperoni, broccoli, spinaci, kiwi e agrumi. La vitamina D favorisce la circolazione e la salute delle unità follicolari ed è presente in alimenti come salmone e sardine. Infine, la vitamina E migliora la circolazione sanguigna e abbonda in noci, semi, avocado e oli vegetali”.

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Sport, stile di vita e il mito sul taglio “fortificante”

Anche l’allenamento contribuisce a rallentare il processo di caduta dei capelli: “L’aumento della frequenza cardiaca e quindi del flusso sanguigno migliora il nutrimento dei tessuti e quindi anche della pelle e dei capelli. Inoltre, lo sport stimola la produzione naturale di serotonina e di endorfine da parte dell’organismo, aiutando a ridurre i livelli di stress e migliorando la qualità del sonno”, spiega il il dottor Carlos Portinha. Inoltre, quando i capelli iniziano a cadere, bisogna valutare anche altri cause e fattori oltre all’alopecia androgenetica: “Sebbene l’alopecia androgenetica sia una patologia sempre più diffusa, è bene ricordare che qualsiasi cambiamento nella cute, soprattutto se improvviso, può essere un indicatore di problematiche legate alla salute dei capelli. In casi del genere, è importante consultare uno specialista per trovare il giusto rimedio al proprio caso specifico”, suggerisce l’esperto. Lo specialista è anche la persona giusta per prescrivere farmaci per migliorare la salute dei capelli o rallanterne la caduta, ma anche per consigliare trattamenti come la mesoterapia, che biostimola e nutre i capelli, o il PRP (plasma ricco di piastrine), che rigenera i tessuti e ritarda il deterioramento delle unità follicolari.

A casa, invece, l’haircare può fare la differenza, con l’uso di shampoo specifici, come quelli a base di alghe e acido ialuronico, per riparare i capelli dall’interno. Infine, una delle domande più che si pone più spesso riguarda il tagliare o meno i capelli quando si iniziano a perdere: “La decisione è personale – conclude il medico – ma è importante sfatare il mito comune secondo cui tagliare i capelli li fa crescere più forti e velocemente. Quando si tagliano le estremità dei capelli, si può avere l’impressione che crescano più velocemente e in modo più sano. In realtà, tagliare le punte può renderli meno fragili, ma non influenza direttamente la velocità di crescita”.

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