Truzzu: “Correggerò gli errori di Solinas. Trux? Una goliardata”

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«La scritta Trux con il pennarello sul braccio è una goliardata. Ma è mai possibile trasformarla in politica! Era di sostegno a Paolo Di Canio sospeso da Sky per il tatuaggio Dux. Per dimostrare che è un dibattito del tutto anacronistico. Il fascismo è consegnato alla Storia». Paolo Truzzu si prende una pausa a pranzo per rispondere a telefono, prima di riprendere la maratona elettorale: intesa e breve. Il 25 febbraio si vota per la Regione Sardegna e, dopo un lungo travaglio nel centrodestra, il sindaco di Cagliari, meloniano della prima ora, generazione Atreju, l’ha spuntata. «Non ho mai avuto dubbi che ce l’avrei fatta a candidarmi governatore, lo ha voluto Giorgia e io non dubito di lei».

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Truzzu, dicono che lei è un nostalgico del Ventennio: la scritta Trux sul braccio, sua figlia che si chiama Rachele come la moglie di Mussolini.

«La scritta Trux con il pennarello è stata una goliardata dopo la sospensione da Sky dell’ex calciatore Di Canio che si era tatuato Dux. Per sdrammatizzare. E dimostrare che è un dibattito anacronistico. Agitare ogni due per tre il pericolo fascista non fa bene a nessuno, men che meno alla sinistra. E Rachele è il nome che doveva avere mia moglie e l’ha scelto lei».

Neppure lei si dice antifascista?

«Non mi definisco anti in nessun caso. Non sono neppure anti comunista. Faccio politica “per”, non anti».

L’ha spuntata alla fine. Meloni ha vinto il braccio di ferro con Salvini. Lei ha mai dubitato di farcela?

«Non so se si è trattato di un braccio di ferro, ma non ho mai avuto dubbi che sarebbe andata così. Era l’indicazione di Giorgia e non ho dubbi su di lei».

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L’inchiesta dei magistrati su Christian Solinas l’ha aiutata?

«Sinceramente spero che la politica non si faccia condizionare dalle inchieste della magistratura. Una cosa è la politica, un’altra sono le inchieste».

Ma davvero pensa di poter contare sull’appoggio della Lega, che ha fare un passo indietro?

«Ho sempre avuto ottimi rapporti con la Lega sia a livello territoriale che nazionale. Sono certo che ci daranno una mano importante».

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Niente sgambetti e agguati in vista nel centrodestra?

«Se fai politica con la paura, non vai da nessuna parte. Per vincere devi rischiare di perdere».

Gli equilibri a destra sono cambiati. FdI deve puntare a governare altre Regioni?

«Mi occupo della politica sul territorio, in Sardegna. Questi sono valutazioni che spettano a livello nazionale».

Perché è importante che ci sia lei al posto di Solinas, quale è la scommessa politica?

«La prima sfida già vinta è che il centrodestra ha un candidato scelto in Sardegna dove c’è una grande tradizione di forze autonomiste. Mi fa piacere che FdI abbia compreso la peculiarità sarda e abbia affidato a me questa responsabilità».

È stato disastroso Solinas? Come pensa di risollevare la Sardegna finita in fondo a tutte le classifiche? Anche lei a fine mandato è stato giudicato sotto la sufficienza.

«Sul mio mandato di sindaco. Non è sempre stato facile. Si fanno scelte coraggiose che possono anche fare perdere consensi. Sarò alternativo a Solinas correggendo quanto è stato sbagliato. Di certo è mancato il rapporto della giunta regionale con gli altri livelli istituzionali, cioè con gli enti locali, con il sindacato, con l’università, con le associazioni datoriali. Cominceremo a collaborare. La priorità di tutti è la sanità: bisogna potenziare la sanità territoriale».

Dei suoi avversari Alessandra Todde e Renato Soru che giudizio dà?

«Mi domando come faranno i Dem a mettersi d’accordo con i loro elettori sardi, se non sono riusciti a mettersi d’accordo tra di loro».

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