Spazio, la sonda Voyager 1 dà i numeri. La Nasa: “Invia sequenze senza senso di 0 e 1. Non riusciamo più a capirla”

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La sonda Voyager 1 ha iniziato a dare i numeri. Da tre giorni spedisce verso Terra un’arcana sequenza di 0 e 1. Neanche gli scienziati della Nasa che ne seguono ogni passo riescono a capirla.

La sonda ha perso la testa a una distanza di 24 miliardi di chilometri – è l’oggetto terrestre più lontano dell’universo – dopo essere uscita dal sistema solare alcuni anni fa per entrare nello spazio interstellare.

La sonda più vecchia

Oltre al classico “spegni e riaccendi” – già fallito – gli scienziati Nasa non sanno bene cosa fare. Lanciata nel 1977, la sonda è infatti vetusta rispetto alle nostre conoscenze tecnologiche. I suoi computer sono in grado di processare 8mila istruzioni al secondo. Un cellulare di oggi arriva a 100 miliardi.

“Voyager 1 e la sonda gemella Voyager 2 sono le navicelle in volo da più tempo” spiega l’Agenzia spaziale americana. “Per trovare soluzioni ai loro problemi spesso è necessario consultare documenti originali vecchi di decenni, scritti da ingegneri che non avevano previsto le difficoltà che ci si stanno presentando oggi. Ci vuole dunque tempo per capire come ogni nuovo comando influenzerà le operazioni della sonda ed evitare conseguenze impreviste”.

L’ultimo addio

Bene che vada, fa sapere la Nasa, ci vorranno settimane per far tornare in sé Voyager 1. Anche il più semplice dei messaggi inviato da Terra per superare i confini della galassia impiega più di 22 ore. Un’analoga perdita di controllo avvenne l’anno scorso. Per riparare il computer danneggiato ci vollero mesi.

Visto che comunque il combustibile della sonda dovrebbe esaurirsi nel 2025, alcuni scienziati hanno proposto di inviare a Voyager un ultimo messaggio, una sorta di addio che resti impresso nella memoria del computer e viaggi per l’universo come una sorta di lettera nella bottiglia.

Il messaggio ‘da fuori di testa’

A bordo di Voyager si trova già il disco d’oro, con immagini, suoni e testi rappresentativi dell’umanità. Qualora la sonda incontrasse un’intelligenza aliena – era stata l’idea della Nasa – avrebbe potuto farci conoscere anche al di fuori della galassia.

Se l’incontro dovesse avvenire adesso, prima che la Nasa riesca a far recuperare a Voyager il senno, gli alieni penserebbero che la Terra sia abitata da una specie fuori di testa.

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