Fulvio Abbate: “Questa destra mi fa orrore, è cognatismo come con Franco. L’amichettismo è di sinistra”

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Fulvio Abbate, scrittore, polemista, il termine amichettismo l’ha inventato lei.

“Tre anni fa”, in un articolo per HuffPost”.

Come andò?

“Il chitarrista di Propaganda Live, Roberto Angelini, impiegava senza regolare contratto una rider per le consegne nel suo locale di sushi a San Lorenzo e quando la Finanza lo smascherò scrisse un post che incamerò una marea di cuoricini”.

Erano per la ragazza?

“No, per lui, da Elodie in giù”.

Che definizione dà dell’amichettismo?

“Una forma di cooptazione a sinistra, mossa da complicità adolescenziale”.

Ora la Meloni l’ha fatto suo.

“E m’insultano per avere offerto un pretesto alla destra”.

Le dà fastidio?

“Non m’importa. Sono uno scrittore e, come diceva Vittorini, non devo suonare il piffero per nessuno”.

L’intellettuale è libero anche di venir strumentalizzato?

“Sì. Rispondo solo al mio estro”.

Quello della destra non è amichettismo?

“No, familismo e clientelismo”.

Cioè?

“Anzi cognatismo. Ma il fenomeno nasce in Spagna, dove il generale Franco, detto il Generalissimo, aveva piazzato il cognato, Ramón Serrano Súñer, come ministro degli Esteri, e perciò ribattezzato il Cognatissimo”.

Cosa pensa di questa destra?

“Tutto il male possibile”.

Può argomentare?

“È regressiva, revanscista. Con un progetto preciso: equiparare il fascismo all’antifascismo”.

Non è preoccupante?

“Infatti la triade Dio, Patria e famiglia mi fa orrore. E ridono per le vignette di Osho”.

Lei no?

“Non le sopporto. Sono una semplificazione assoluta del pensiero”.

Cosa pensa del ministro Sangiuliano?

“È un miracolato che pensa di essere il nuovo Giovanni Gentile”.

Mollicone?

“Uno del Minculpop”.

Buttafuoco?

“Un intellettuale non dovrebbe assumere cariche di potere”.

La Biennale lo è?

“Un grande potere”.

È siciliano come lei.

“Ma io non sono fascista”

È scandalizzato per l’occupazione culturale?

“La sorprenderò, ma no, non lo sono. È spoils system, l’ha fatto anche la sinistra”.

Ma non c’è una dismisura?

“A Palermo si dice: ‘Chi afferra un turco è suo’, chi afferra afferra”.

Meloni rivendica il fatto che ora le carte le danno loro.

“Anni fa un mio amico di destra, colpito dalle lodi che quelli di sinistra tessevano dell’abilità della Meloni, sentenziò: ‘La state sopravvalutando’. Concordo”.

Quindi non coglie un eccesso di poltronite?

“Lei vede un golpe? Se ci fosse bisognerebbe dissotterrare i mitra Sten e innalzare la bandiera della rivolta. Ma non mi pare che sia questo il caso”.

Meloni fa così perché senza rivali.

“Ma non durerà. Alla fine pagherà le scelte economiche, a cominciare dal Mes”.

Questa sinistra non le piace?

“Non fa opposizione”.

Nemmeno Schlein?

“È l’emblema dell’amichettismo. Vuol candidare Chiara Valerio”.

Un’intellettuale con un grande seguito.

“Sono tutti amici. Come Marino Sinibaldi. Perché bisogna fare la battaglia per Sinibaldi? Ha già la pensione da Radio3. Amichettismo”.

Sinibaldi però di libri ne capisce.

“Sa quale è il guaio? Che per accedere a qualcosa a sinistra bisogna essere o figlio o amico o amichetta di qualcuno. Che possibilità vuole che ci siano per chi non ha nulla?”.

Ma Schlein non ha fatto una nomina.

“È un leader che cita i videogame di Monkey Island, ‘vinceremo con un pollo di gomma con carrucola’”.

Non va bene?

“È così che pensano di riconquistare i ceti popolari che si sono allontanati? Parla ai ragazzi dell’Erasmus e agli studenti della scuola Holden”.

Conte è di sinistra?

“È un personaggio da pochade”.

Ma lei per chi vota?

“L’ultima volta per il Pd, perché non c’erano i trotzkisti”.

A chi si ispira?

“Albert Camus e Pier Paolo Pasolini”.

E come si definirebbe?

“Come uno stronzo in proprio”.

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