Russia, prezzi alle stelle: in coda per le uova come ai tempi dell’Urss. A rischio l’insalata russa di Capodanno

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La frittata sembra fatta ed è dura rivoltarla. I prezzi delle uova in Russia sono aumentati del 42,4 per cento in un anno, secondo l’Agenzia russa di statistica (Rosstat). Un dato allarmante soprattutto in vista delle festività di fine anno, quando nelle tavole dei cittadini della Federazione non può mancare “l’insalata russa” per antonomasia, o insalata Olivier.

A Belgorod, nel weekend, la gente si è messa in fila sin dalle cinque del mattino per accaparrarsi uova a buon mercato a una fiera agricola: 70 rubli a dozzina contro i 180 al supermercato, 70 centesimi di euro contro un euro e ottanta. Lo stesso a Saratov. Scene che hanno risvegliato gli incubi delle code sovietiche per i prodotti alimentari di base.

A Novosibirsk, Orenburg, Mosca e nella Crimea annessa le uova vengono ora vendute singolarmente a 9-20 rubli l’una, dai nove ai 20 centesimi di euro. “Costano quanto in America”, titolano i giornali. Altrove sono iniziati i razionamenti: massimo 12 uova a testa.

Il progetto di legge e le “uova di Erdogan”

Le autorità stanno cercando di correre ai ripari. Un progetto di legge vorrebbe vietare a produttori e fornitori di aumentare i prezzi di oltre il 30 per cento senza ragioni economicamente giustificate per 60 giorni, mentre il Ministero dell’Agricoltura ha proposto di vietare l’esportazione di uova per sei mesi.

Venerdì l’Agenzia veterinaria e fitosanitaria (Rosselkhoznadzor) ha autorizzato l’importazione di uova dalla Turchia. Tanto che alcuni media russi ironizzano che, dalle “nozhki Busha”, “coscette di pollo di Bush”, espressione sovietica nata dopo un accordo nel 1990 tra Mikhail Gorbaciov e George W. Bush, si è passati alle “jaits Erdogana”, alle “uova di Erdogan”.

Inflazione alle stelle

Cambiano le perifrasi, ma non la sostanza. Oggi come allora, l’inflazione è alle stelle: a novembre si è attestata intorno al 7,48 per cento. Un dato globale che però nasconde rincari più elevati di prodotti di consumo di base. Nel mese di novembre, anche il pollo è aumentato del 29,26 per cento su base annua. E secondo Artjom Deyev, analista dell’agenzia di intermediazione AMarkets, “i prezzi continueranno a salire, influenzando la più ampia gamma possibile di beni, dal cibo all’elettronica e alle automobili”, perché Putin ha riorientato l’economia dando priorità alle spese militari.

Il trentennio di Putin: in campo a marzo per il quinto mandato

Stando agli esperti citati dai media russi, l’aumento del prezzo delle uova è dovuto in particolare all’aumento del costo dei mangimi per pollame e dei prodotti veterinari, conseguenza indiretta delle sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia dopo l’offensiva lanciata contro l’Ucraina nel febbraio 2022.

Il Cremlino però vuole rivoltare la frittata. Sostiene che la Russia sta resistendo coraggiosamente alle molteplici misure di ritorsione come dimostra la crescita economica tornata al 5,5% nel terzo trimestre rispetto al -3,5% dello stesso periodo nel 2022. Cavalca questi dati in vista delle presidenziali del marzo 2024 che dovrebbero riconfermare Vladimir Putin per un quinto mandato.

L’impennata dei prezzi delle uova, afferma, sarebbe dovuto all’isteria provocata dai media e agli accaparratori, già capro espiatorio in tempi sovietici, che – per restare in tema – vorrebbero rompere le uova nel paniere di Putin. “È colpa delle intenzioni malevole di imprenditori, catene di vendita al dettaglio e distributori”, ha detto ad esempio Oleg Pavlov, vicepresidente di Rospotrebnadzor, l’unità per i diritti dei consumatori del Cremlino.

Il procuratore generale Igor Krasnov ha ordinato di avviare controlli nelle regioni presso produttori e punti vendita sui possibili aumenti ingiustificati dei prezzi. La reazione immediata, ha riassunto Aleksadr Vinogradov su “Business online”, è come sempre “proibire e punire”, ma difficilmente basterà a salvare le tavole di Capodanno.

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