Gli avvocati di Kata rinunciano all’incarico: “Tra medium e critiche agli investigatori, viene a mancare il rapporto di fiducia”

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Un rapporto di fiducia minato. Una continua “diffidenza nei confronti degli inquirenti”. E per ultimo anche la richiesta di seguire le indicazione di una “sedicente sensitiva peruviana”. Con queste motivazioni gli avvocati dei genitori di Kataleya rinunciano all’incarico. E’ un fulmine a ciel sereno nella vicenda sulla piccola rapita lo scorso 10 giugno da Firenze. Questo pomeriggio, 5 dicembre, i legali Sharon Matteoni e Filippo Zanasi hanno ufficialmente comunicato di aver interrotto l’assistenza a Miguel Chicllo Romero e Catherine Alvarez, padre e madre della bimba. Lascia anche il generale Luciano Garofano, che era stato il consulente della famiglia.

“Sono venute meno le condizioni che possano assicurare un benché minimo rapporto fiduciario con i nostri assistiti – spiegano i legali assieme al generale – sia per la diffidenza che costoro hanno da sempre manifestato e continuano a manifestare nei confronti degli inquirenti, cui va invece riconosciuto il merito di aver svolto un enorme lavoro investigativo e di ampia e costante disponibilità nei riguardi della coppia”. I genitori nei mesi scorsi si erano più volte lamentati con la Procura fiorentina, dicendo di sentirsi sotto accusa e di volere risposte.

Adesso emerge anche che la coppia si è affidata, per ritrovare la figlia, ai “suggerimenti di una sedicente sensitiva peruviana” che avrebbe fornito alcune piste e ricostruzioni. Teorie che sono state pure segnalate agli inquirenti. E che la difesa ha cercato di approfondire nella speranza di trovare qualche spunto nuovo in un caso ancora avvolto nel mistero. Ma alla fine quelle indicazioni “non hanno trovato alcun fondamento”. Suggerimenti che gli avvocati e il generale ora “non intendono condividere – dicono insieme – né promuovere a tutela della loro onorabilità e professionalità”. Tutti i professionisti che avevano assistito i genitori di Kata, compresi alcuni psicologi e criminologi, fanno quindi un passo indietro. Prendono le distanze, mettendo fine al loro ruolo nell’indagine.

Non è comune che un difensore lasci il proprio assistito. Ancora meno in un caso così delicato, legato al ritrovamento di una bambina scomparsa. Ma è già la seconda volta che accade ai genitori di Kataleya. A metà del giugno scorso infatti l’avvocato Daica Rometta, che rappresentava Catherine Alvarez, aveva rinunciato all’incarico, parlando di “reiterate interferenze esterne subite nello svolgimento del delicatissimo mandato”. Adesso i genitori dovranno trovare un nuovo legale. Oppure ne riceveranno uno d’ufficio.

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