Drogata, violentata e filmata durante gli abusi. La vittima riceve su whatsapp i video dell’orrore

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Drogata, stuprata e ripresa mentre veniva abusata. Shock nella capitale per due video che per giorni sono girati nelle chat di alcuni giovani. Fino ad arrivare alla vittima. Sulla chat Whatsapp è stata la ragazza abusata a ricevere due video in cui una giovane, incosciente, viene stuprata e ripresa. Le si è bloccato il respiro in gola: quella ragazza è lei. E quel ragazzo nelle immagini lo aveva visto solo due volte in due locali della capitale ma non era nemmeno un suo amico. Dallo stupore alla denuncia sono trascorsi pochi minuti.

E i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, dopo poche settimane di indagini, hanno arrestato Moreno Matute Eliecer Daniel, un ex buttafuori 28enne, per “violenza sessuale aggravata e continuata” e “diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti” su disposizione del tribunale. Lei è originaria del Sud America, ventenne, lui ecuadoregno. Si erano conosciuti a gennaio al Caffè Latino di Testaccio (che nulla ha a che fare con l’indagine, ndr). E poi lo aveva incontrato di nuovo, ad aprile, all’ “Hangar club” di Tuscolana (anche questo locale è estraneo all’inchiesta, ndr). A presentarli l’ex ragazzo di lei.

Ogni volta che incontrava quel ragazzo la serata si concludeva nello stesso modo. “Mi sento stordita, forse ho bevuto troppo”. E lui era così gentile da dirle: “Ti accompagno a casa io”. Ma non era galanteria. Lei la mattina si risvegliata nel suo letto e non ricordava nulla che riguardasse i momenti in cui quel ragazzo l’accompagnava a casa.

L’ipotesi della procura e dei carabinieri è che la vittima sia stata stordita con la droga dello stupro, il Ghb. Ma i fatti risalgono a febbraio e aprile scorso, è quindi impossibile ritrovare nel sangue tracce della droga.

Sta di fatto che quel ragazzo, conosciuto attraverso altri amici a una festa di compleanno a Testaccio, lo scorso 3 agosto era stato arrestato perché addosso aveva 440 grammi di cocaina suddivisi in 49 ovuli. E ad arrestarlo erano stati proprio i carabinieri.

Sta di fatto che subito dopo il tribunale aveva deciso la sua scarcerazione nonostante il quantitativo elevato di droga addosso. Non è stato semplice per i militari del nucleo investigativo rintracciare quel ragazzo di cui avevano solo il nome e nessun indirizzo. L’accusato non ha un domicilio fisso. Nella stanza dove è stato trovato i carabinieri hanno trovato un computer e il suo cellulare. I nodi da sciogliere adesso sono due. Quei video sono stati venduti? E, quello più importante, in quel cellulare e nel computer ci sono video di altre vittime? Adesso saranno le perizie a verificare cosa contengono quei dispositivi.

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