Meloni cede ai trattori: pronta a restituire lo sconto Irpef ai piccoli imprenditori agricoli

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BRUXELLES – A Bruxelles l’odore di diossina dei copertoni bruciati dagli agricoltori, a Roma la polvere della competizione tra leader all’inseguimento dei trattori: Matteo Salvini e Giorgia Meloni duellano su tutto, cercando di strapparsi vicendevolmente voti in vista delle Europee. Entrambi non possono concedere che la protesta della destra più a destra, quella ad esempio di Gianni Alemanno, li danneggi. E così, se il leghista alza il tiro contro Palazzo Chigi chiedendo di trovare i soldi per prorogare lo sconto sull’Irpef agricola – «volere è potere», dice minaccioso, mentre i suoi attaccano Ursula von der Leyen – la presidente del Consiglio risponde preparandosi a intestarsi il cambio di rotta. È possibile che nei prossimi giorni l’esecutivo torni sui propri passi, cancellando almeno in parte la scelta fatta in legge di bilancio di non prorogare più l’esenzione dell’Irpef per i redditi agricoli. Uno “sconto” introdotto da Matteo Renzi 7 anni fa e venuto meno per volontà di Meloni.

La lenta rincorsa di Meloni e Coldiretti ai piccoli agricoltori delusi dal governo

Il tema è scivoloso, perché l’esecutivo aveva scelto di chiedere un sacrificio agli agricoltori, sostenuti con altri tipi di incentivi. Ma le proteste che hanno paralizzato Bruxelles e la Francia rischiano di incendiare anche l’Italia, dove pure il comparto agricolo è assai vicino a Fratelli d’Italia. Ciononostante, ieri si sono registrate manifestazioni a Cagliari, nelle Marche, a Orvieto, Orte e nel casertano. E la prossima settimana, promette il leader della rivolta Danilo Calvani, i trattori sfileranno per le vie di Roma. «Nei prossimi giorni – annuncia – li ammasseremo fuori dalla capitale».

Durante la protesta dei trattori a Bruxelles è stata abbattuta una statua storica

Ecco, per non rischiare, Palazzo Chigi sta valutando una parziale retromarcia, a costo di indispettire il Tesoro, che fa i conti con casse vuote. In queste ore, dunque, i tecnici dell’Agricoltura – supportati dall’Economia e dalla Ragioneria – stanno stilando un report che dovrebbe indicare con precisione quanto impatta la cancellazione dell’Irpef agricola, ma soprattutto su chi pesa di più in relazione al reddito. Con un paletto già deciso in partenza: i grandi proprietari non saranno comunque esentati, mentre è possibile che l’esecutivo introduca nuovamente gli sconti fiscali sui piccoli imprenditori agricoli.

Il mistero agricolo

Il bivio è sostanzialmente questo: se lo “sconto” vale solo poche decine di euro, nulla sarà toccato. Non è tempo di sgravi a pioggia dallo scarso impatto sui singoli, perché ha come unico effetto quello di un alto costo finale senza un ritorno in termini di consenso. Se invece sarà individuata una fascia colpita in modo pesante da questa norma contenuta in manovra, nonostante le dimensioni contenute della proprietà posseduta e del reddito vantato, allora Meloni tornerà sui propri passi. In fondo, è la linea anticipata con cautela dallo stesso Francesco Lollobrigida l’altro ieri in Parlamento: «Ci sono imprenditori agricoli che fatturano milioni e non hanno pagato l’Irpef in questi anni – ha ricordato – Noi abbiamo pensato di utilizzare quelle risorse per un fondo di emergenza di 300 milioni che aiuti chi è in difficoltà». Detto questo, ha aggiunto il ministro meloniano, «ci sono emendamenti che propongono di prorogare l’esenzione sull’Irpef e io da ministro sono favorevole. È un problema più del Mef, eventualmente, riuscire a trovare le coperture». Non è dunque una decisione presa, ma certo è un’opzione, come sostiene anche Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI all’Europarlamento, ipotizzando di «limitare l’intervento sull’Irpef soltanto a chi ha grandi estensioni».

La protesta dei trattori: dai terreni a riposo all’Irpef, ecco perché gli agricoltori sono scesi in piazza

L’altro ieri notte, a Bruxelles, è stato avvistato all’hotel di Giorgia Meloni anche Ettore Prandini, presidente di Coldiretti. Ha potuto parlare con la premier, anche se a dire il vero la sua associazione non è la più interessata dagli “sconti”: lo è di più Confagricoltura, si ragiona al vertice dell’esecutivo, che avrebbe tra i suoi associati i principali grandi proprietari e rischia perciò di non essere soddisfatta della mossa del governo. Competizione a destra e competizione anche tra colossi del settore agricolo: questa storia promette scintille

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