La vittoria dei datteri e dei voti scippati: così Riad ha conquistato Expo 2030 e schiacciato Roma al primo turno

Pubblicità
Pubblicità

È la vittoria dei datteri, serviti su vassoi d’argento. Altro che le barrette di cioccolato appena acquistate al supermercato e piazzate alla rinfusa nella stanza delle riunioni della delegazione di Roma. È la vittoria delle teiere dorate da cui per tutto il pomeriggio si sono rifocillate le delegazioni del Bureau international des Expositions. La vittoria di chi ieri si è giocato la sfida finale sulle spalle di Cristiano Ronaldo, il personaggio più seguito al mondo su Instagram.

Davanti allo strapotere dell’Arabia Saudita, vistoso e visibile anche nell’importanza degli snack gourmet, non c’è stato nulla da fare per la concorrenza. Nessun abbozzo possibile di reazione da parte di Roma. Nemmeno di Busan, che esce umiliata dalla corsa per Expo 2030 al pari della Capitale.

Expo 2030 a Riad. Delusione Roma: la Capitale solo terza con 17 voti, scavalcata anche dalla coreana Busan. Gualtieri: “Brutta sconfitta, siamo amareggiati”

La distanza tra Riad e le concorrenti sta nei dettagli, certo. Negli amouse bouche. Ma soprattutto nel portafoglio dei principi d’Arabia. Disponibilità infinita, potenza di fuoco illimitata. Tanto che i datteri sono serviti anche a festeggiare lo scippo last minute dei voti che Roma riteneva di avere in tasca: se all’inizio della giornata il Comitato promotore della candidatura capitolina era sicuro di avere in dote “più di 50 voti”, qualcosa deve essere andato davvero storto nel corso della giornata.

Preferenze promesse e non confermate nel giorno del giudizio. Altre cambiate di fronte a chissà quale promessa. Altre ancora mai davvero in discussione: per la maggior parte dei voti, l’Arabia Saudita aveva trovato un accordo già da anni. Addirittura dal 2020, da prima che alla Roma grillina dell’allora sindaca Virginia Raggi venisse in mente di tuffarsi nell’avventura Expo.

Si legge così il risultato finale: 17 voti a Roma, 29 a Busan e 119 a Riad. Uno schiaffo, una vittoria schiacciante. La vittoria dei datteri e di quella che l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente del Comitato promotore di Roma Expo 2030, definisce senza mezzi termini “una logica mercantile”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *