Bertone: “Sì al salario minimo, rappresenta una tutela in più”

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ROMA – “Salario minimo a 9 euro? Per me è troppo basso”. Non si tratta di una battuta. Alberto Bertone, fondatore, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna, un anno fa, tra caro bollette e inflazione, aveva dato una mensilità in più ai 200 dipendenti della società che imbottiglia l’acqua sopra Vinadio, nelle Alpi cuneesi. Nel mondo confindustriale vedono il salario minimo come un non-tema che non tocca gli imprenditori.

Oltre 100 mila lavoratori sotto il salario minimo in Toscana

Bertone, lei è d’accordo sull’introduzione del salario minimo in Italia?
“Per me è giusto che venga introdotto e che ci possa essere. Rappresenterebbe una tutela in più per chi svolge certi tipi di lavoro, non nel settore industriale o delle grandi imprese, ma in altri comparti, come i servizi, soprattutto alla persona, la ristorazione oppure il commercio. Oltre al salario minimo, però, dovrebbero essere rafforzati i controlli per evitare lo sfruttamento”.
Cosa intende?
“Che non basta fissare una paga oraria minima se poi non c’è una verifica che le regole vengano rispettate. Devono aumentare i controlli sul lavoro nero. Non può essere accettato nemmeno quello grigio: contratti applicati male o senza rispettare orari. Nel 2023 non possono essere ammessi operai, addetti nell’edilizia, nella ristorazione, nell’agricoltura o in qualsiasi altro settore in nero”.
Manca il lavoro oggi?
“Per me il lavoro non manca, sia nella fascia medio alta, dove è necessaria una formazione di un certo tipo, sia nel medio bassa. C’è richiesta, ma non ci sono persone disponibili ad occupare i posti. Non si trovano carrellisti o autisti, anche nella ristorazione c’è molta richiesta, così come in edilizia e in agricoltura. Il Covid ha stravolto un po’ tutto, però, ha portato le persone a voler cambiare, cercando nuovi sbocchi. Non è detto poi che questi sbocchi si trovino. Nel frattempo il costo della vita è salito e i livelli salariali sono rimasti quelli del 2019. Per questo penso che fissare un salario minimo oggi potrebbe anche rappresentare un salvagente per una fetta importante di famiglie”.
Anche quest’anno garantirà una mensilità in più ai suoi dipendenti per attenuare gli effetti dell’inflazione?
“Abbiamo deciso di fare una cosa diversa, spendendo gli stessi soldi impegnati lo scorso anno. Facciamo tre cose diverse. La prima. Garantiamo un supporto psicologico ai dipendenti, dopo il Covid, le famiglie hanno avuto seri problemi. La seconda. Sempre causa Covid molte persone si sono indebitate, tra prestiti e cessione del quinto. Con l’aiuto di un consulente finanziario le persone potranno analizzare la loro situazione capire come fare per gestire meglio il proprio bilancio di casa. La terza. Offriamo anche un nutrizionista per insegnare a mangiare bene, migliorando così il benessere generale”.

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