Minaccia Trump alla Casa Bianca: la Germania riflette su una Nato senza gli Usa

Pubblicità
Pubblicità

BERLINO – Non è un mistero che la Germania ritenga plausibile un attacco della Russia alla Nato entro i prossimi tre o cinque anni: l’allarme è arrivato nelle scorse settimane sia dai servizi segreti sia dal ministero della Difesa guidato dal socialdemocratico Boris Pistorius. Ma all’accresciuta minaccia di Mosca si aggiunge ora l’angoscia che Donald Trump possa tornare alla Casa Bianca.

Durante il suo mandato l’ex presidente repubblicano aveva trascinato l’Alleanza atlantica sull’orlo della dissoluzione, minacciando anzitutto di non applicare l’articolo 5 del Trattato, la fondamentale promessa di mutuo soccorso in caso di un attacco. Tanto che alla fine della sua presidenza, il presidente francese Emmanuel Macron era arrivato a definire la Nato sull’Economist “braindead”, cerebralmente morta. Adesso Berlino teme una riedizione di quello scenario spaventoso, se Trump sarà rieletto, con l’aggravante di una guerra scoppiata nel frattempo alle porte del continente che minaccia gravemente la sicurezza europea: l’aggressione russa in Ucraina.

Trump prepara un attacco alla Nato e all’Europa: vuole sanzioni per chi non investe il 2% del Pil nella Difesa. Italia compresa

Scrive il New York Times che la Germania starebbe seriamente riflettendo su come garantire la sopravvivenza dell’Alleanza atlantica senza il suo maggior contribuente e la sua testa: gli Stati Uniti, appunto. Venerdì Scholz è atteso a Washington da Joe Biden, il presidente che ha riesumato e rivitalizzato la partnership occidentale dopo il terremoto Trump ma che potrebbe essere costretto a lasciare a fine anno.

I tedeschi hanno appena raddoppiato il contributo all’Ucraina a 8,5 miliardi per quest’anno e raggiungeranno il 2% di Pil di spesa per la difesa ma temono che Trump possa picconare nuovamente la Nato, tagliare i fondi a Kiev e aggravare la situazione di stallo sul fronte ucraino-russo. Berlino teme in particolare che un eventuale futuro disimpegno degli Stati Uniti possa far precipitare la situazione in Ucraina e aumentare il rischio di una nuova aggressione russa in Europa.

Su questo punto anche Bruno Kahl, capo dell’intelligence esterna Bnd, è stato estremamente esplicito la scorsa settimana: “Se l’Ucraina sarà costretta ad arrendersi, ciò non accontenterà la sete di potere della Russia. Se l’Occidente non dimostrerà una chiara capacità di difendersi, per Putin non ci saranno più ragioni per non attaccare la Nato”.

La Germania stessa, però, non è priva di contraddizioni nella sua discussione interna sulla cosiddetta “Zeitenwende”, la svolta epocale sul riarmo annunciata dal cancelliere Olaf Scholz all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina. D’un lato, come ha sottolineato il presidente della Conferenza di Monaco Christoph Heusgen in un’intervista a Repubblica, non è detto che Berlino manterrà l’impegno del 2% di spesa per la difesa nel medio termine: tra pochi anni quella percentuale scenderà ufficialmente (di nuovo) all’1,4%.

Il direttore della Conferenza di Monaco: “Putin capisce solo la politica della forza. Netanyahu? Viola il diritto internazionale”

In secondo luogo Scholz è riluttante nel concedere agli ucraini i missili a lungo raggio Taurus, chiesti da mesi a gran voce da Kiev. E anche l’umore dei tedeschi è contraddittorio. La maggioranza accoglie con favore il rafforzamento delle capacità militari della Germania. Tuttavia, secondo un sondaggio della Fondazione Koeber, solo il 38% vorrebbe un maggiore coinvolgimento del loro Paese nelle crisi internazionali. E’ il dato più basso dall’inizio delle rilevazioni, cominciate nel 2017

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *