Biden: “Se Trump non fosse candidato non so se correrei per la rielezione”

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New York – “Se Trump non fosse candidato, non sono sicuro che correrei per la rielezione”. Fa scalpore, per molti versi, questa dichiarazione che il presidente Biden ha fatto martedì durante una raccolta di fondi elettorali nel Massachusetts, ma in realtà non stupisce più di tanto. Perché il piano originale del suo mandato, secondo chi lo frequenta da vicino, era sempre stato quello di essere un presidente di transizione: salvare la democrazia americana, bloccando Donald, e poi passare il testimone alla prossima generazione.

Il problema però è che nel frattempo Trump si è ricandidato, mentre la vice Kamala Harris ha deluso, complicando la staffetta. Allora Biden si è convinto di essere l’unico davvero in grado di ribattere Donald e quindi si è ripresentato, anche perché pensa che per vincere gli basterebbe riportare alle urne gli elettori che lo avevano sostenuto nel 2020. Se però Trump scomparisse dalla scena, per problemi di salute, condanne penali capaci di far calare il suo consenso, una inaspettata affermazione di rivali come Nikki Haley alle primarie, o qualsiasi altra sorpresa imponderabile, Joe potrebbe rinunciare alla rielezione perché svanirebbe il motivo principale per cercarla.

Il capo della Casa Bianca è andato a Weston, in Massachusetts, per raccogliere finanzianeti elettorali. Mentre chiacchierava con i sostenitori, ha detto che “se Trump non fosse candidato, non sono sicuro che correrei per la rielezione”. Subito dopo però ha aggiunto: “Non possiamo permettegli di vincere”, perché come sta denunciando ormai da diverse settimane, il ritorno di Donald minaccerebbe di uccidere la democrazia americana con una svolta autoritaria, già delineata in parte nei programmi per la vendetta del secondo mandato. E’ lui stesso, quindi, che conferma le speculazioni. Il piano originario era davvero quello del presidente di transizione, che dopo un mandato si sarebbe potuto ritirare in gloria per aver salvato gli Usa. Era anche la strategia che si sposava meglio con la sua età. Trump però ha resistito, e siccome “non possiamo permettergli di vincere”, Biden è convinto che lui sia l’unica opzione credibile per fermarlo di nuovo.

Diversi membri del Partito democratico, e la maggior parte degli elettori, non pensa che le cose stiano così. Infatti vorrebbero un altro candidato più giovane. La maggioranza degli americani, per la verità, non vorrebbe proprio la replica della sfida tra i due ottuagenari o quasi. Al momento però la deriva politica sta portando in questa direzione. Che Trump si ritiri di sua volontà è escluso, perché a questo punto correre e vincere è diventata l’unica strada a sua disposizione per evitare la prigione, dato che almeno una condanna penale tra uno dei quattro processi in cui è incriminato viene data per scontata. Se però per qualche motivo esterno fosse costretto a farsi da parte, nel Partito democratico si aprirebbe il dibattito se sia il caso di andare comunque avanti con Biden. I potenziali successori che scalpitano ci sono già, a partire dalla vice Harris, ma soprattutto il governatore della California Newsom, che lo stesso presidente ha incoronato come suo principale surrogato. E’ un’ipotesi remota, ma se accadesse, la Convention democratica di Chicago avrebbe il potere legale di cambiare il candidato fino alla fine di agosto.

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