Povero John Travolta, star del qua qua: seconda serata senza idee, la musica ne fa le spese. Il commento di Ernesto Assante

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Ci siamo sbagliati, bisogna prenderne atto e fare ammenda. Avevamo pensato che Amadeus avesse fatto un festival più che dignitoso, dimostrando che si potevano mescolare piccole dosi di qualità, garbo, impegno, intrattenimento e musica e ottenere eccellenti risultati d’ascolto, senza cadere di tono. E invece no. Lo abbiamo capito quando, avendo come ospite John Travolta, Amadeus non ha avuto idea migliore di fargli ballare Il ballo del qua qua, con tanto di pulcini ballerini attorno all’attore e a Fiorello.

Francamente inguardabile. Già prima la regia aveva affondato i mediocrissimi balletti dei film iconici di Travolta, miseramente accennati dall’attore e da Amadeus, prevedibili e poco o nulla divertenti, conclusi addirittura abbandonando Travolta a sé stesso sul palco mentre Amadeus si allacciava le scarpe che si era tolto qualche minuto prima.

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Diciamo che a Travolta si poteva far fare di meglio e di più, che anni di show di Jimmy Fallon – ma dello stesso Fiorello – avrebbero dovuto fare scuola su come si possano inventare gag e numeri di spettacolo con ospiti di quel livello. Né ha brillato il siparietto stile Tale e quale show con Leo Gassmann che imita Franco Califano. Un conto è vedere Gassmann che interpreta Califano nella fiction che andrà in onda tra breve, un altro è ospitarlo per fare, letteralmente, un’imitazione. Probabilmente inutile anche in termini promozionali.

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Le pagelle della seconda serata di Sanremo 2024

Serata dimenticabile, insomma, certamente nelle prime due ore, con il brodo allungato all’inverosimile e senza un vero perché, solo per far arrivare la trasmissione agli orari necessari per conquistare percentuali maggiori di share. Il tutto ha reso le canzoni meno centrali, meno importanti, nella struttura di un programma che è tornato ad essere uno show con musica e non un festival della canzone. Certo, i momenti alti non sono mancati, certamente il più commovente e intenso è stato il ritorno alla musica in pubblico di Giovanni Allevi.

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Ma le cose migliori sono arrivate dopo la mezzanotte, oltre tre ore dopo l’inizio della puntata, con il medley di Giorgia, un travolgente crescendo che ha spazzato via sonno e stanchezza, in virtù della straordinaria vocalità della cantante romana che ha confermato – e non ne aveva ovviamente bisogno – di essere sempre la numero uno.

Giorgia, ospite e co-conduttrice della seconda serata

Bella, anzi bellissima, l’idea del nuovo glossario dell’amore portato in scena dai ragazzi di Mare fuori, ma la mancanza di coraggio nel metterlo in un orario “prime” è veramente incredibile. La materia era così importante (il femminicidio), e la popolarità degli attori così ampia, che avrebbe meritato ben altra collocazione in scaletta. Per fortuna esistono i social e lo streaming, che probabilmente rilanceranno un contenuto che bello, inteso, importante, appassionato. Se avessero invertito l’inutile stupidaggine fatta con Travolta con la bella dichiarazione di amore e rispetto, fatta dai ragazzi di Mare fuori, la serata ne avrebbe soltanto guadagnato.

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Le canzoni al secondo ascolto sono migliorate tutte o quasi, anche perché gli artisti erano più rilassati e le hanno interpretate con maggiore libertà e sicurezza. Alcune, come quelle di Mahmood, Gazzelle, Loredana Bertè, sono volate decisamente più in alto. E della “riesecuzione” si sono avvantaggiati soprattutto i cantanti classici come Il Volo, Renga e Nek o Irama che si sono presi la scena con le loro voci. Ma anche Emma, BigMama, Annalisa, che si sono lasciate andare e hanno fanno molto meglio della prima serata.

Annalisa

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Con il voto del pubblico, Geolier ha conquistato la tappa e Irama si è classificato secondo, mentre sono rimasti in top 5 Annalisa, Loredana Berté e Mahmood.

Non una serata travolgente insomma. Ma se invece di oltre quattro ore fosse durata di meno, diciamo anche tre ore, lo share forse ne avrebbe risentito ma il programma sarebbe stato migliore. Il brodo allungato è obiettivamente meno buono.

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