Rezza: “Un milione di italiani a letto? È caduto lo scudo delle mascherine e i virus son tornati a correre. Il picco a metà gennaio”

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Gianni Rezza ha guidato le Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità e la Prevenzione del ministero alla Salute. Oggi è professore straordinario di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Giornate a letto, febbre, dolori, tosse. Questa influenza sembra più pesante del solito. È vero?

«Il punto è che l’influenza se la sono scordata un po’ tutti. Per due anni non c’è stata ma la malattia ha sempre le stesse caratteristiche. Ad esempio, anche cinque giorni di febbre alta. E non bisogna pensare che sia banale, può dare broncopolmoniti come conseguenze di super-infezioni batteriche, che partono nelle persone debilitate dal virus. Non è certo una malattia piacevole, non è vero che serve anche a riposarsi, perché invece stanca molto».

Il fatto che quest’anno sia molto diffusa ha a che fare con il Covid oppure con i vaccini fatti per evitarlo?

«No, sono state le misure contro la pandemia a creare, soprattutto nei bambini, una situazione di grande suscettibilità. Quindi non c’entrano vaccini o malattia ma proprio l’assenza di virus. Tra l’altro le misure come la mascherina sono più efficaci contro l’influenza che contro il Covid, che è più diffusivo. D’estate l’influenza tende a scomparire e se in autunno-inverno, quando torna, si trova di fronte misure di prevenzione forti, come quelle adottate nel 2020 e 2021, fatica a riprendere, come abbiamo visto».

L’anno scorso l’ondata influenzale era stata comunque la più alta da tempo. Adesso un nuovo record, come mai?

«L’anno scorso abbiamo avuto un picco molto precoce di influenza, già a dicembre, perché ha trovato campo libero subito soprattutto tra i bambini. Il virus era l’H3N2 mentre quest’anno sta circolando il virus pandemico del 2009, l’H1N1. Sono diversi, per questo motivo abbiamo avuto due curve di incidenza alte in due stagioni consecutive».

Quando arriverà il picco?

«Dovremmo essere vicini, me lo aspetto a gennaio. Il sistema di monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità da sempre tiene conto di tutte le sindromi influenzali, quindi anche degli altri virus che stanno circolando in questo momento. Tra questi c’è il Covid, riscontrato nell’8 per cento dei campioni, quindi molto sottostimato, mentre un altro 8 percento è rappresentato dal virus respiratorio sinciziale. In generale tutti i virus, sempre per le misure di prevenzione degli anni di pandemia, si stanno diffondendo molto di più».

Esiste il Long Flu?

«Può capitare che qualcuno si porti dietro i sintomi per molti giorni. Adesso c’è grande attenzione su questo tema dopo che si è parlato molto di Long Covid. Ma da sempre, dopo le infezioni virali gli strascichi sulle condizioni di salute si possono risentire a lungo».

Chi non si è ancora vaccinato fa ancora in tempo a prendere l’antinfluenzale?

«Siamo in zona Cesarini ma visto che non abbiamo raggiunto il picco probabilmente fare il vaccino può avere ancora una certa utilità. Dopo il picco, comunque, continueranno ad esserci nuovi casi ancora per alcune settimane».

Le coperture non sarebbero altissime quest’anno. Di solito, comunque, in Italia non si arriva al 60% degli over 60 e i bambini non si vaccinano. Perché?

«Il vaccino è raccomandato soprattutto a fragili e anziani. L’obiettivo è proteggere dalla malattia grave, quindi si punta solo su chi è a rischio, che non sempre risponde alla chiamata. Certo, il vaccino viene offerto anche ai bambini dai 6 mesi ai 6 anni ma in Italia e nel resto d’Europa non c’è grande propensione a vaccinare i bambini. Negli Usa la pensano in modo diverso. Lì lo fanno perché è evidente che l’infezione circola molto a livello di asili e scuole. Così fanno un calcolo costi-efficacia e ritengono che convenga vaccinare perché si perdono meno giorni a scuola e al lavoro, con vantaggi economici»

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