Tra ultrà di destra e leghisti nasce il comitato nazionale pro Roberto Vannacci e lui: “Non c’entro sono solo ospite”

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Sulla sua candidatura alle Europee giura di non aver ancora deciso e che col comitato nato dal suo libro «non c’entro niente. Sono solo l’ospite» dice Roberto Vannacci, generale ora sospeso che qualcuno tra i suoi fan auspica di veder diventare «il presidente del consiglio in divisa». Il ritrovo è alle 11 a Tirrenia, Hotel Continental. Si incontrano i 36 delegati, gli iscritti e simpatizzanti de “Il mondo al contrario”, comitato culturale «ispirato liberamente» ai contenuti del libro omonimo. Nella hall campeggia un cartello: spiega che il comitato «rimette al centro la normalità della libertà». E per i circa 80 presenti – quasi tutti uomini over 60 – la “normalità” è l’insieme di «valori che Vannacci difende», la “libertà” è quella «di espressione, addormentata dai guardiani del politicamente corretto». C’è una riunione dei delegati. Poi via all’aperitivo: schiacciate, fritti e flûte sui tavoli, l’ex Forza Nuova, Casapound poi in Azione Identitaria e ora segretario del comitato Bruno Spatara all’ingresso.

Maglione nero, tatuaggio dei paracadutisti sul braccio, controlla chi si avvicina alla zona del buffet. Simpatizzanti e iscritti entrano. I giornalisti no: «Tanto lo so che proverete a infiltrarvi, vi sto addosso», dice. Tra i presenti, arrivati da nord a sud, l’ex parà ed ex candidato sindaco di FdI a Pietrasanta Massimiliano Simoni (presidente toscano del comitato), il poliziotto ed ex candidato sindaco per il centrodestra a Livorno Andrea Romiti e alcuni leghisti toscani come il parà Luca Tacchi.

«Se sono iscritto? C’è la privacy. E poi qua ci sono anche i turisti» dice un ragazzo. La donna che è con lui si allontana. C’è forse imbarazzo a esser qui? A domanda secca il vannaccino o, chissà, vannacciano, non risponde. Il pranzo è servito nel salone affianco. In coda c’è una coppia in pensione di Cecina. Flavio è un ex ferroviere, Lucia lavorava in uno studio legale. «Condivido quel che c’è scritto nel libro, c’è stata voglia di fraintendere. Quel che ha detto sulla Egonu è un dato di fatto» dice lei. Si infiltra una supporter di Montecatini Terme: «L’Egonu è nera, io gialla. È razzismo questo? Nessuno si è scagliato contro chi ha detto che Sinner non è italiano perché ha l’accento tedesco. E allora i piemontesi con accento francese non sono italiani? E i napoletani?». E sugli omosessuali? «La normalità è quel che accomuna la maggioranza – continua -. Poi il mio miglior amico è gay, non ce l’ho con loro. È un gusto sessuale diverso. Sono anche più sensibili». Sulla Meloni interviene Flavio: «Si fa dare i bacini da Biden perché ci sono le Europee e ha capito che col suo programma sarebbe durata 3 mesi». All’arrivo del risotto c’è chi parla di campagne elettorali, di uno che «c’aveva il padre fascista». Arriva Susanna Ceccardi, europarlamentare leghista, accompagnata tra gli altri dal consigliere regionale Massimo Baldini. «Gli ho portato la mia solidarietà per gli attacchi degli ultimi mesi, c’è stato un accanimento mediatico» dice lei.

La riserva «non l’ha sciolta». Ma quanti voti può portare Vannacci, che ora ha un comitato culturale con 250 tesserati? «Parecchi» si sente rispondere. «Diventerà il presidente del consiglio in divisa» dice Guido Guastalla, mercante d’arte che provò la corsa a sindaco di Livorno. Si vedono spille e tatuaggi dei paracadutisti, qualcuno parla di missioni, «ma i parà sono solo 5» dice il presidente del Comitato, Fabio Filomeni, ex incursore che 2 anni fa restituì una medaglia perché l’assemblea Nato definì la Russia «uno stato terrorista». Ora ha fondato il comitato che, sottolinea, è «nato per divulgare il libro. Come commilitone sarò sempre al fianco di quello che militarmente si definisce camerata. Quando ho visto che la stampa stravolgeva il significato ho pensato che non potesse esser lasciato solo».

Niente movimento politico, insiste, e «forse non lo sarà mai, non lo so» dice. «Ho tante opportunità, deciderò quando vorrò. La visita di Ceccardi non era prevista e del libro non riscriverei niente. Nel secondo, che esce tra poco, spiego meglio cosa intendevo intrecciandolo con la mia vita» va avanti Vannacci. In sala anche i coordinatori nazionali, Norberto De Angelis, ex campione Paralimpico, e Patrizia Biagi, responsabile immigrazione per la Lega in Sicilia, in passato candidata alle regionali con un lista anti-Equitalia, e il tesoriere Gianluca Priolo, ex incursore. Ci sono foto, autografi. Fuori passa una coppia, vede Vannacci: «Per l’amor di Dio», dice. E se ne va.

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