Depredava anziani ospiti di una casa di riposo: arrestata l’attivista antimafia Maricetta Tirrito

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Si faceva le foto con Salvini dal palco di Bibbiano in nome della difesa dei minori, andava in televisione per denunciare il sistema criminale e mafioso sulle case popolari e meno di venti giorni fa posava sorridente insieme al questore di Roma per la giornata contro la violenza sulle donne: oggi l’attivista antimafia Maricetta Tirrito è stata arrestata per l’inchiesta sulla villetta di Ardea in cui vivevano 5 anziani in cohousing.

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La procura ha accertato l’esistenza di un sistema messo a punto per sfruttare e spoliare i beni patrimoniali degli anziani che vivevano nella casa. Insieme a Tirrito, che si trova ora in carcere, sono state arrestate altre 4 persone fra cui il compagno messo ai domiciliari e un medico di famiglia di Ardea. Le accuse sono pesantissime: omicidio con dolo eventuale, circonvenzione di incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale aggravati dal fatto di averne conseguito profitto. A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare è stata lapolizia su delega della procura di Velletri.

L’arresto di oggi è stata una doccia fredda, un colpo che rischia di compromettere la posizione di Maricetta Tirrito anche sulla lotta alla mafia, visto che Tirrito è coordinatore e portavoce del Comitato dei Collaboratori di giustizia: il gip di Velletri ha disposto il sequestro preventivo di circa 385.000 euro a carico della stessa Tirrito, accusata dalla procura di aver messo in piedi un collaudato sistema di appropriazione del patrimonio che aveva al centro la villetta di via Isernia dove vivevano 15 persone anziane di cui la maggior parte disabili.

Le indagini sono partite a inizio 2023 da alcune segnalazioni che il 18 gennaio hanno fatto scattare un blitz dei carabinieri dei Nas, polizia di stato, polizia locale e ispettori della Asl. Nella villetta c’erano circa 15 anziani che vivevano insieme con la formula del cohousing ma il problema è che la struttura era in condizioni igienico sanitarie precarie: stanze con muffa, escrementi di topo, sacchi con abiti e pannoloni sporchi, rifiuti ingombranti. Iniziano da subito polemiche sospetti, accuse e pochi giorni dopo il blitz un anziano muore. Tirrito spiega sempre a tutti che la villetta era un modello di cohousing e gli anziani facevano tutto di loro iniziativa e va anche alle Iene per ricordarlo: ma intanto la procura smaschera un vero e proprio sistema di sfruttamento intorno al cohousing: tramite un medico di famiglia gli anziani mettevano a disposizione della Tirrito i propri beni patrimoniali sottoscrivendo carte prepagate che poi di fatto venivano gestite anche da lei, per far confluire le somme delle pensioni delle vittime.

La procura inoltre ha accertato che è stata falsificato un atto sulla capacità d’intendere di un ultraottancinquenne, per fargli firmare una procura speciale a vantaggio della principale indagata per un immobile di pregio ubicato ad Anzio.

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