Calcio: Casini, Supercoppa in Arabia Saudita non è endorsement

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(ANSA) – ROMA, 17 APR – L’Arabia Saudita ospiterà le prossime edizioni della Supercoppa italiana, scelta che ha sollevato perplessità da parte di associazioni che si occupano di difesa dei diritti umani. “Lo sport è sempre stato uno strumento fondamentale per promuovere valori a tutti i livelli – ha risposto il presidente della Lega di A, Lorenzo Casini, ospite di ‘Radio anch’io sport’ – L’importante è che, laddove ci fossero contesti con ombre, gli eventi non diventino una forma di endorsement rispetto a scelte politiche non condivise”.    “Però ricordo – ha aggiunto – che l’Italia ha rapporti a tutti i livelli con l’Arabia Saudita. Da quando è nata la Supercoppa si è giocata fondamentalmente all’estero, è una occasione per esportare il calcio italiano. Non mi sento di dire che sia una scelta innovativa, peraltro seguita anche da altre Leghe europee”.    Il presidente Casini ha affrontato anche il tema stadi italiani – in buona parte obsoleti e raramente di proprietà dei club – e l’ha definito “la priorità della Serie A ed il principale ritardo”. Le cause “sono anche di sistema e per questo abbiamo chiesto aiuto al governo. Non tanto e non solo per la componente economica, che pure è importante, ma per le procedure che precedono la costruzione dell’impianto”: troppo “lente, farragginose e con il coinvolgimento di tante amministrazioni”. Serve una cabina di regia governativa che “aiuti a sciogliere i nodi burocratici”.    Chiusura delle curve per episodi di violenza o cori razzisti.    Spesso vengono revocate, questo non incentiva i teppisti? “Finché non si identificano i colpevoli si rischia una sanzione sproporzionata che colpisce anche chi non c’entra nulla”. Per questo la Serie A sollecita “l’impiego del radar facciale e sonoro, per identificare subito i responsabili”. (ANSA).   

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