De Rossi prima panchina, ‘nessuna paura, sono pronto’

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 “Non ho paura, mi sento pronto. E’ come quando cambi scuola, compagni, e ti chiedi se starai loro simpatico, senti quel friccichio. Ma non ho paura, mi focalizzo sulla prima partita”. Giacca e maglietta nera, sguardo concentrato e sorrisi accennati, Daniele De Rossi, ex capitano e bandiera romanista, da due giorni neo allenatore della Spal, primo incarico per lui, affronta la sua conferenza stampa di presentazione senza farsi prendere dalle emozioni. O almeno ci prova. Ringrazia per prima cosa Joe Tacopina, presidente della Spal, a cui lo lega una forte amicizia dai tempi in cui l’avvocato americano era vicepresidente della Roma e lo definisce un “sognatore, ma anche un vincente. Tanta gente parla di me come un futuro buon allenatore – ha detto il campione del mondo 2006 – però poi tanti hanno avuto dubbi sull’affidarmi una squadra. Solo loro hanno avuto il coraggio e la follia di chiamarmi. Sono felicissimo di essere qui”. Nell’ultimo periodo in effetti erano state diverse le squadre, anche di serie A, accostate a De Rossi. “In realtà le proposte concrete erano 3-4, ma ho ringraziato tutti. Gli altri nomi che sono usciti non sono veri, è molto semplice. Ho fatto dei colloqui, capisci se sei andato bene o meno bene, sembrava sempre che fosse fatta poi erano restii perché non avevo mai allenato”, ha spiegato candidamente l’ex numero ’16’. Per capire che tipo di allenatore sarà Daniele De Rossi – “in panchina andrò con le scarpe da ginnastica, perché dopo 30 anni di battaglie devo stare in piedi con scarpe comode” – bisognerà aspettare le prime partire, a partire da quella di sabato, contro il Cittadella. Al modulo da adottare, dice De Rossi, “ci stiamo pensando, poi dobbiamo analizzare partita dopo partita. Sappiamo benissimo qual è il lavoro che dobbiamo fare, Roberto Venturato – il tecnico di cui ha preso il posto – ha fatto un bel lavoro e ha fatto molto bene con il Cittadella per tanti anni. Sicuramente cambieremo qualcosina, ci teniamo qualche piccolo segreto in tasca. Nulla di clamoroso, ma aspettiamo”. Ai suoi calciatori chiederà “serietà e intensità in allenamento”, poi “coraggio” in campo, tutte caratteristiche che lo hanno contraddistinto da calciatore. Ai suoi nuovi tifosi, invece, promette di “non fare promesse che non ho la certezza di mantenere. Prometto che la mia squadra sarà testa e cuore”. Tutto il mondo del calcio ha salutato con entusiasmo la sua nuova avventura. “Ho tipo 400-500 messaggi che non ho letto. Ringrazio tutti le persone che hanno speso 30 secondi per ringraziarmi. Ho ricevuto tanto affetto, poi una piccola parentesi per i tifosi romanisti che mi hanno seguito tutta la vita e non smettono mai di mostrarmi amore, sanno che è reciproco”, ha voluto sottolineare Ddr, assicurando inoltre che per ora “non pensa” al possibile incrocio di Coppa Italia con la Roma, a gennaio, nel caso la Spal batta il Genoa. Ci sarà tempo. E Roberto Mancini? “Aveva il sogno che andassi a un’altra squadra, mi ha fatto un grande in bocca al lupo. Posso dire che siamo amici, mi ha insegnato tanto, volontariamente e involontariamente, gli ho rubato qualcosa con gli occhi”.

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